Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa della Madonna della Odigitria
Edificata sulla piazza principale del paese nel 1607, fu aperta al culto già nel 1616. Intorno al 1622 venne ricostruita e ampliata su disegno di Pietro Novelli.
All'entrata della chiesa, a tre navate divise da quattro pilastri su cui poggia la grande cupola ottagonale con lanternino, vi sono due acquasantiere barocche di
marmo rosso locale a forma di conchiglia.
L'abside centrale rispetto alle navate laterali è molto profonda per cui la cupola, diversamente dalle chiese barocche, si trova più vicino all'ingresso,
mentre l'altare rimane in penombra. Vi si conserva la statua della Vergine Odigitria (fine sec XVII), in legno stuccato e dorato, sorretta da due monaci fra
i quali, è incassata l'icona dell'Odigitria che gli esuli avrebbero portato dall'Albania. Nelle navate laterali quattro altari di stile barocco con marmi
policromi sono dedicati a S. Pantaleo, a S. Rosalia, a S. Antonio e infine alle anime del Purgatorio.
Le pareti sono ornate da un dipinto raffigurante l'Arcangelo Michele (1700) e da una Crocifissione in legno intagliato, dipinto da Spiridione Marino.
Ogni altare presenta antichi stemmi appartenenti a famiglie di Piana (Schirò, Matranga, Schiadà). Lo stemma degli Schirò reca una torre merlata e due
leoni rampanti ai lati. Lo stemma dei Matranga presenta una mano che sorregge una spada fronteggiata da uno scudo con in bassòo un drago e in alto una stella.
Lo stemma degli Schiadà, riporta una linea diagonale che separa un uccello da un cane.