Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello di Termini Imerese
Le origini del castello di Termini risalgono a quasi mille anni fa. Il primo indizio è costituito da un’epigrafe araba che si fa risalire agli ultimi decenni del novecento e che era incastrata in un muro contiguo alla porta meridionale del castello. L’iscrizione, oggi conservata nel museo civico, accenna alla costruzione di un edificio “per ordine di Giaw”. Le informazioni sulla sua effettiva consistenza rimasero generiche fino al 1500, cioè fino a quando militari, geografi e disegnatori cominciarono a raffigurare la città e il suo paesaggio nelle carte topografiche, vedute prospettiche, visioni assonometriche. Nel 1578 il castello già si componeva di diversi corpi di fabbrica e di possenti torrioni che si ergevano dalla rupe e si sviluppavano fino al piano inclinato sul mare. Alla fine del XVII secolo, ai piedi della possente mole della costruzione militare, sul versante meridionale, si estendeva il caseggiato di Terravecchia, poi scomparso. Nei primi decenni del ‘700 il castello estende gli spalti meridionali sull’antico quartiere di “Terravecchia” ed amplia i corpi di fabbrica centrali. Sui terrazzamenti che digradano ad oriente, permangono, invece, ampi spazi liberi per favorire il movimento delle truppe e per assicurare la via di fuga verso il mare. Il castello venne distrutto quasi totalmente nel 1860 per mano dei Borboni. Delle antiche strutture restano, oggi, soltanto alcuni brevi tratti della cinta muraria ed una grande cisterna di raccolta dell’acqua posta sulla sommità e inglobata nell’attuale costruzione degli anni ’50. Questa, con rampe e terrazzamenti, consente l’accesso al punto più elevato della rupe e costituisce un eccezionale punto panoramico sul paesaggio del golfo di Termini.