Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello di Maurigi - Ballata
Piccola frazione del comune di Erice, posta ai piedi di una collina, a metri 237 s.l.m. e a 20 km dalla vetta di Erice, conta 600 abitanti. L’economia è prevalentemente agricola e costituisce la principale risorsa dei ballatesi. Il piccolo centro abitato di Ballata nacque circa 350 anni addietro, all’ombra di un castello costruito tra il 1100 e il 1200, il cui nucleo più antico ed importante è una torre centrale normanna... Il “Baglio”, che chiude a difesa il castello, fu costruito nell’anno 1603, come dimostra una data incisa su una pietra dello stipite di una porta dell’interno. Subito dopo quella data, s’iniziò a formare il primo embrione di vita, con stanziamenti definitivi e progressivi con gli anni. La famiglia proprietaria del Castello e del Feudo limitrofo apparteneva al “nobile casato degli Staiti”, ai quali- con matrimoni ed eredità- si sono succeduti i “Platamone”, i “Maurigi” ed attualmente la famiglia “Zagarella” ne tiene l’eredità per successione matrilineare. Un attento visitatore che arriva da Torretta, o da Tangi, o da Pianoneve non può sottrarsi dall’osservare questo venerando “Maniero”, che sovrasta maestosamente l’abitato di Ballata. La parte centrale del Baglio ci evidenzia l’imponenza della grande “corte”, al centro di essa è situato un pozzo sorgivo e tutt’intorno si affacciano gli usci delle abitazioni e dei magazzini. Sul lato nord-ovest si può ammirare la parte padronale che sorge sulla torre normanna; sul muro di essa notiamo una insegna araldica in terracotta smaltata, nonché il blasone nobiliare della “famiglia”. Sul lato nord è riscontrabile una torretta cilindrica interamente ricostruita agli inizi degli anni sessanta; sul tetto uno stendardo di piccole dimensioni in ferro. La facciata principale del castello è esposta a nord-ovest. Nella prima sopraelevazione si affaccia un balcone che ci conferma il periodo di quella costruzione squisitamente spagnola; il balcone è in ferro battuto semplice, ma austero nella sua sobrietà. Una vecchia leggenda narra che per diventare immortale bisognava vendere l’anima al diavolo, tagliarsi le vene e conservare il sangue in una bottiglia e metterlo in una buca piena di letame, per la durata di nove mesi. Il Marchese Maurigi prima di morire cercò di realizzare l’incantesimo e così scrisse 12 lettere da spedire alla moglie trasferita in Germania.
Mensilmente, il custode del castello in ordine di priorità doveva spedire le lettere, ma dopo alcuni mesi il custode sbagliò, non rispettando l’ordine di spedizione. Insospettita la moglie del Marchese, venuta a Ballata scoprì il segreto del marito, estrasse la bottiglia con il sangue sotterrato e annullò il patto che il marito aveva fatto con il diavolo.
Cappella del "Santo Spirito" Distaccata di circa 30 metri dal castello, riscontriamo una piccola cappella del “Santo Spirito”, che porta la data del 1676; in essa venivano celebrate le funzioni religiose della domenica e delle principali ricorrenze festive.
La cappella testimonia la grandezza del castello e l’importanza che rivestiva nella comunità locale di allora; al suo interno, possiamo trovare qualche frammento di affresco antico (perduto dall’incuria dei predecessori e del tempo stesso), moderno ( realizzato da Fabrizio Zagarella) che raffigura la discesa dello Spirito Santo.