Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Torre di Santo Stefano di Alcagrossa
Nel corso del ‘500 le incursioni dei pirati barbareschi e saraceni erano il più grave pericolo per gli abitanti delle città siciliane della costa e del primo entroterra. Si ricorse pertanto ai ripari: l’architetto fiorentino Camillo Casigliani, nel 1584, per conto del Viceré di Sicilia mise a punto un nuovo piano di fortificazioni per difendere le coste dalle incursioni dei Barbari, elaborando una strategia che prevedeva la costruzione di un sistema di torri di avvistamento lungo tutto il perimetro dell’isola. Ne furono costruite più di 150. La loro funzione era quella di segnalare, di giorno con gli specchi e di notte con i fuochi, l’arrivo delle feluche dei predoni turchi per con-sentire l’abbandono dei centri abitati da parte della popolazione. Lungo il litorale di Marausa si trova una torre di guardia del XVI secolo, la cui denominazione è “Torre di Santo Stefano di Alcagrossa”, perché sovrasta i bassi fondali marini, dove si scorgono le grosse alghe che danno il nome alla contrada e alla torre stessa. La torre di Marausa viene anche detta “Torre di Mezzo”, per la sua posizione geografica che la vede situata tra la torre di Nubia e quella di San Teodoro. Funzionante fin dal 1619, dapprima torre di avvistamento, divenne poi torre di deputazione durante la seconda guerra mondiale fu adibita ad uso militare. è stata anche sede della Guardia di Finanza. La torre era stata ripulita, rivalutata e concessa ad una associazione di promozione culturale che vi organizzava mani-festazioni varie, quali mostre pittoriche e artistiche, convegni e veniva utilizzata, anche, per intrattenere turisti e villeggianti, che in estate si riversano dalle contrade vicine e dalla città. Oggi la torre si trova in uno stato di abbandono ricoperta da erbacce. Ci auguriamo che molto presto possa essere nuovamente rivalutata per poter organizzare varie manifestazione e restituirla alla fruizione della collettività.