Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Basilica cattedrale Maria SS delle Vittorie
Piazza Cattedrale
Risalendo la via Cavour si giunge in piazza Santa Rosalia, recentemente restaurata, dove prospettano sulla destra il Palazzo Trigona di Canicarao (XVII sec.) e sulla sinistra l'ex pretura, già sede della centrale elettrica, oggi sede dell'Università. Poco più avanti, al visitatore viene offerto il maestoso spettacolo dell'ex convento di San Francesco (XVIII sec.), col famosobalcone del Gagini, che precede di poco la vista del Duomo (costruito tra il 1604 e il 1719).
Ci sono voluti quasi tre secoli per completare questa imponente opera, dal maestoso portale del XVIII secolo, con colonne tortili, fortemente voluta dal barone Marco Trigona, il quale, alla sua morte, nel 1598, istituì un lascito per la costruzione di un edificio religioso più sontuoso della preesistente quattrocentesca Chiesa Madre, di cui oggi rimane il campanile, alto 40 metri e risalente al XV secolo, in stile gotico-catalano nella parte inferiore, con rimaneggiamenti cinquecenteschi nella parte superiore. Dopo quasi trent'anni di confusione tra le maestranze miste preposte a dirigere la complessa "Fabbrica del Duomo" secondo canoni ibridi e sovrapposizioni di stili, nel 1626 - 1627 fu chiamato a guidare l'arcidiocesi di Catania, il romano Innocenzo Massimo, che volle mettere fine alla querelle interminabile circa la ricostruzione del nuovo duomo di Piazza Armerina e che aveva già visto fallire almeno tre validi progetti. La proposta vescovile fu accettata da Orazio Torriani architetto che poté innalzare il nuovo e imponente edificio sulle rovine dell'antica chiesa madre, inglobandovi quanto restava del precedente campanile e dell'arco gaginesco, coadiuvato dai maestri Maria Capelletti milanese e Domenico Costa messinese. L'opera ebbe inizio il 24 ottobre 1627.
Per il rifacimento fu favorito l'utilizzo del laterizio alternativo alla pietra, sia come materiale da costruzione, sia come elemento decorativo. Le tremende scosse del terremoto dell'11 gennaio 1693 11 gennaio lasciarono miracolosamente illesa la città che celebra ogni anno l'anniversario dell'evento. A ricordo imperituro fu edificata una chiesa con titolo appellativo del tremuoto. Dopo un'ulteriore interruzione di circa quarant'anni a cavallo fra il 1666 e il 1705, il duomo fu completato nelle strutture e inaugurato solo nel 1742, periodo dopo il quale si avvicendarono nuove maestranze.
L'interno della cattedrale è a croce latina, ha una grande navata con cappelle laterali comunicanti, ed è dominato dall'alta cupola centrale (76.5 m.). Dall'arco trionfale pende una grande croce dipinta su entrambi i lati, recante la raffigurazione della crocifissione e la resurrezione di Cristo, opera del 1485 convenzionalmente riferita al «Maestro della croce di Piazza Armerina», e un battistero realizzato da Antonuzzo Gagini nel 1594.
L'altare principale in lapislazzuli, pietre dure e marmi siciliani, col pavimento e la balaustra dell'abside, furono realizzati dal maestro palermitano Filippo Pinistri su disegno dell'architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia.
La sopraelevazione comprende la custodia in argento sbalzato del 1625, che contiene l'immagine di Maria Santissima delle Vittorie, patrona della città e della diocesi, cesellata dall'argentiere caltagironese Giuseppe Capra nel 1627, la manta in oro, argento e smalti per proteggerla, ideata e realizzata dall'orafo palermitano don Camillo Barbavara.
Dietro l'altare sono collocati i monumenti funebri di Marco Trigona † 1598 e di Melchiorre Trigona † 1637. Sulla parete di fondo due grandi vetrate con San Pietro e San Paolo apostoli, al centro, nella finestra in alto, l'immagine del Redentore.
Lungo le pareti laterali del presbiterio è disposto il coro dei canonici, manufatto intagliato nel 1795 dai maestri locali Domenico Parlagreco, Luigi Montalto e Liborio Parlagreco su disegno fornito dagli architetti Francesco e Pietro Laganà da Modica. Sulla sinistra, posizionato su una pedana aggettante, è collocato il seggio vescovile. Abbelliscono le pareti sul lato destro al di sopra del coro le tele raffiguranti l'Epifania o Adorazione dei Magi proveniente dalla chiesa di Sant'Agata, e San Benedetto e il servo di Re Totila di Giuseppe Salerno, sul lato sinistro lo Sposalizio mistico di Santa Caterina di Giuseppe Salerno e il Martirio dei Santi Quaranta.
Tra le altre numerose opere d'arte, segnaliamo anche la secentesca tela dell' Assunzione della Vergine di F. Paladini, collocata sopra l'altare del transetto sinistro e il Martirio di Sant'Agata di Jacopo Ligozzi.
Il tempio fu elevato a basilica minore da Papa Giovanni XXIII nel febbraio 1962.Nella stessa piazza, al centro della quale è posta la statua del Barone Marco Trigona, raffigurato nel gesto di offrire la cattedrale alla città, si affaccia anche il palazzo dei Trigona della Floresta (XVIII sec.), che presto, si spera, diventerà degna sede del museo archeologico cittadino.