Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Museo Civico Archeologico-Grammichele
La culla della storia di Grammichele è stata individuata presso i poggi della contrada di Terravecchia, sita a due chilometri a nord-ovest dal moderno
centro abitato, dominante assieme a Mineo e a Caltagirone la Valle dei Margi. Necropoli, abitazioni, aree sacre hanno restituito preziosi reperti
(esposti in parte al Museo Comunale e al Museo regionale di Paolo Orsi), testimoni di una civiltà che si insediò in questi territori a partire dall'XI sec. a.C.
La zona è stata indagata dall'archeologo roveretano Paolo Orsi a partire dal 1891. Qui Orsi collocò la presunta Echetla, centro siculo
ellenizzato (IV secolo a.C.) testimone dell'espansione coloniale greca verso l'entroterra, della convivenza fra indigeni e Greci e dei loro contrasti.
Il museo raccoglie reperti archeologici provenienti dal territorio, in gran parte rinvenuti nel corso di scavi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Culturali
e Ambientali di Catania.
E' situato nella piazza principale del paese, all'interno del Palazzo Comunale ed è organizzato in tre ambienti dedicati all'esposizione del materiale con annesso un piccolo
laboratorio di restauro della Soprintendenza per i primi e urgenti interventi sui materiali rinvenuti.
Nella sala d'ingresso alcuni pannelli didattici illustrano la storia delle ricerche archeologiche a Grammichele.
Nella stessa sala è esposto un frammento di capitello eolico riutilizzato come chiusino di una tomba greco-arcaica della necropoli di Terravecchia-Casa Cantoniera.
La seconda sala raccoglie materiali di età preistorica rinvenuti nelle contrade Madonna del Piano e Terravecchia-Poggio dei Pini. Dalla contrada Molino della Badia
provengono alcuni corredi della necropoli di epoca protostorica. Nella terza sala vi sono alcuni corredi funerari delle necropoli di Terravecchia ed in particolare
di quella della Casa Cantoniera. La mostra continua con l'esposizione di splendide kylikes (coppe) attiche a figure nere, statue raffiguranti divinità ctonie, un
bel frammento di grande busto fittile rappresentante Demetra con il polos (acconciatura a corona). Il museo propone inoltre alcune ceramiche che documentano
l'insediamento fino al terremoto del 1693: si tratta di vasi maiolicati del XV-XVI secolo, decorati con motivi vegetali o antropomorfi nella tecnica del blu cobalto,
prodotti nelle botteghe della vicina Caltagirone.
Il museo è da poco entrato in possesso di tre sepolture femminili ad enchytrismos, rinvenute nella necropoli di Molino della Badia e dapprima conservate nel
Museo Archeologico di Siracusa, oggi restaurate ed esposte in una nuova sala prevista nel progetto di rinnovamento del museo che prevede nuovi locali, nuovi
reperti archeologici ed una nuova organizzazione degli spazi espositivi.