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Convento di S.Agostino-Vizzini
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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Convento di S.Agostino-Vizzini

Convento di S.Agostino-Vizzini

Largo Sant'Agostino



Gli Agostiniani di Centorbi (oggi Centuripe), inventarono un nuovo modo di essere religiosi, seguendo i contadini, che andavano a bonificare terre incolte e vivendo come loro.
Furono monaci, contadini e figli di contadini poveri, guadagnandosi il pane con il duro lavoro dei campi. Vissero in mezzo al popolo, privi di cultura e di privilegi, dei quali furono invece detentori i Gesuiti, ma ricchi della semplicità del Vangelo e della povertà di Cristo. La congregazione di S. Adriano anch'essa siciliana praticò austerità di vita, i monaci vissero dei frutti della terra, andavano vestiti con dei panni rozzi e ruvidi, furono contadini e muratori costruendo con le loro mani i conventi.
Nel 1586 abbracciarono la regola di S. Agostino e nel 1650 contavano dieci conventi e 55 religiosi. Gli Agostiniani scalzi condussero vita ascetica e di preghiera pronunciando un quarto voto, rinunciarono a qualsiasi carica ecclesiastica. Il popolo li venerò sempre, in special modo quelli che praticarono vita eremitica nei loro conventi, che facevano sorgere lontani dai centri abitati come avvenne anche a Vizzini. Qui arrivarono per opera del frate vizzinese "Natale Ferrante" ed ebbero appunto, con l'aiuto del Consiglio Giuratorio, il primo convento fuori città "U Cummintazzu" (una delle tante contrade di Vizzini), fra il 1579 e il 1585 in contrada "Santa Domenica", accanto alla omonima chiesetta che vi sorgeva.
L'edificio venne impiantato ad un miglio dal centro abitato ed aperto nel 1610. Secondo quanto ricorda Vito Amico nel suo Dizionario Topografico della Sicilia, « Gli Agostinini Riformati, costituiti al di fuori dal fondatore medesimo alla chiesa di S. Domenica, poi si raccolsero dentro le mura in quella di S. Giacomo Apostolo ».
I padri Agostiniani cercando di avvicinare la propria sede al centro abitato, ottennero nel 1637 di edificare un nuovo convento presso la chiesa di San Giacomo, eretta circa venti anni prima, nel 1615, che venne in seguito dedicata a Sant'Agostino .
Dal "Regesto dei Conventi esistenti in Sicilia" pubblicato da Salvatore Cucinotta, risulta che il convento nel 1650 era costituito da 28 camere, ed era sede di noviziato con 4 sacerdoti, 1 novizio, e 5 laici, e con introiti derivanti da beni immobili quali terreni, censi, ed un bilancio consuntivo di 252 scudi di introito e 243 di esito. I lavori per la costruzione del nuovo convento vennero ultimati nel 1660. I frati Agostiniani vi si trasferirono portandovi i resti mortali del taumaturgo servo di Dio frate Natale Ferrante, fondatore della congregazione di Centuripe. Padre Bernardino Oddo scrisse la biografia che venne stampata a Palermo nel 1738. Le reliquie si sono oggi custodite con le autentiche di mons. Giovanni Bargiggia.
La chiesa di Sant'Agostino venne distrutta dal terremoto del 1693. Venne ricostruita e completata con una navata ad aula rettangolare nella prima metà del XVIII secolo.
La chiesa di Sant'Agostino si colloca nella parte orientale della città di Vizzini e si affaccia sul Largo Sant'Agostino. La chiesa presenta una impostazione planimetrica ad aula rettangolare ripartita in cinque sezioni. La parte anteriore della navata è preceduta da una cantoria che si erge su tre arcate in pietra, sorrette da colonne; una scala a chiocciola in ferro ne consente l'accesso. La facciata è costituita da una superficie piana ad impianto retto e squadrato, e venne realizzata interamente in pietra ad intaglio, segnata dalla presenza dell'ordine gigante, che aggetta lievemente con i propri elementi rimasti incompleti nella parte sommitale, che si conclude con un profilo a capanna.

AULA
La chiesa di Sant'Agostino presenta una impostazione planimetrica ad aula rettangolare, come la breve terminazione che le si accosta nella zona presbiteriale seguendone il profilo laterale. All'interno della navata, l'ordine architettonico ripartisce i prospetti laterali in cinque sezioni, in cui si alternano ritmicamente tre arcate e due campiture libere; ogni arcata contiene una nicchia incassata nella muratura in cui sono collocati altari marmorei. La navata è segnata da un apparato decorativo in stucchi definito dall'ordine architettonico dorico. Un grande arco con fastigio collega la navata con la zona presbiteriale, che risulta sopraelevata di due gradini, in cui è collocato l' altare conciliare. La parte anteriore della navata è preceduta da una cantoria che si erge su tre arcate in pietra, sorrette da colonne; una scala a chiocciola in ferro ne consente l'accesso. La copertura della navata è realizzata con una volta a botte con due unghie di raccordo ai due rispettivi finestroni laterali collocati nel registro superiore dell'ardine architettonico. La volta è costituita da una struttura lignea che sostiene un apparato in canne e gesso rifinito a stucco. Il pavimento è costituito da piastrelle di scaglietta marmorea.

PROSPETTO
La facciata della chiesa di S. Gregorio è costituita da una superficie piana ad impianto retto e squadrato, Il prospetto della chiesa realizzato interamente in pietra ad intaglio, risulta segnato dalla presenza dell'ordine gigante che aggetta lievemente con i propri elementi rimasti incompleti nella parte sommitale, che si conclude con un profilo a capanna, che rivela l'impostazione del tetto che copre la navata. Le lesene che delimitano i lati della facciata si ergono su alti piedistalli, rimanendo prive di definizione nella parte superiore, dove la superficie lapidea soffre di un cattivo stato di conservazione. Il portale d'accesso alla navata è costituito da un' arcata a tutto sesto che si erge su piedritti affiancati da lesene, e sostiene una rilevante trabeazione, i cui elementi in pietra intagliata si trovano in un precario stato di conservazione. Il portale si raccorda alla strada tramite una scala costituita da pietra lavica. Nella parte sommitale destra è collocata una torretta campanaria.

COPERTURE
La copertura della navata è realizzata con una volta a botte con due unghie di raccordo ai due rispettivi finestroni laterali, collocati nel registro superiore dell'ardine architettonico. La volta è costituita da una struttura lignea che sostiene un apparato in canne e gesso rifinito a stucco. La copertura è realizzata con un sistema di capriate che sorreggono gli arcarecci ed il tavolato, su cui poggia il manto di coppi siciliani.

ADEGUAMENTO LITURGICO
L'altare di forma rettangolare, è posto in posizione assiale, esso è costituito da una mensa in marmo bianco di carrara, sorretto da due pilastrini in marmo rosso sant'Agata.
L'ambone di forme semplici, è realizzato in legno, esso è posto sul lato sinistro, guardando dall'aula.




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