Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Orfanotrofio delle Proiette - Trecastagni
L'orfanotrofio delle Proiette settenarie, oggi in disuso, del quale resta la chiesa dalla facciata monumentale ottocentesca scandita da semicolonne
e trabeazioni in arenaria. La chiesa è sita lungo via Toselli e il retrostante cortile con accesso dalla salita dei “Saponari”, ricade nel territorio
dell’Arcipretura ma la proprietà è del comune.
Fu fondato nel 1802 dall'Arciprete Giuseppe Grassi per accogliere le fanciulle “proiette” cioè abbandonate dalle famiglie d’origine, successivamente
fu restaurato nel 1859 dall'altro Arciprete Alfio Grassi. A motivo della pia istituzione introdotta in loco, la chiesa è dedicata a S. Vincenzo dei Paoli fondatore
della Congregazione delle Figlie della carità e creatore di numerose opere di assistenza, ospizi e ospedali.Ha un bel casamento e un'elegante chiesetta sotto il
titolo di S. Vincenzo dei Paoli. La facciata della chiesa di fine settecento, inizi ottocento, in stile neoclassico, si presenta tripartita da semicolonne con
capitello jonico e da lesene in pietra arenaria, sormontata da un timpano triangolare chiuso, che si staglia sopra un cornicione mistilineo al di sopra del quale
si apre una finestra riquadrata in pietra. La costruzione è imponente, nella partizione centrale sopra il portale maggiore si scorge una finestra rettangolare,
mentre sui portali minori vi sono rispettivamente delle finestre rotonde, tutte in pietra arenaria.L’interno a pianta rettangolare ad una navata con abside
emisferico, coperta con volta a botte lunettata e conclusa con un catino nell’abside si presenta accogliente ma attualmente spoglio. Al fondo della navata
vi è il coro con una grata in ferro dal quale partecipavano le claustrali alle cerimonie religiose e assolvevano ai loro obblighi religiosi.
E’ ancora esistente la ruota attraverso la quale avvenivano le comunicazioni tra il convento e l’esterno.
Nella cella campanaria vi è una elegante campana proveniente da altra terra. La sua fusione è molto fina ed altamente artistica,
con un fregio di stile che la ricopre fino alla metà. Vi è una scritta su due righe circolari ed al centro di un elegante scudetto
riporta il nome del manufattore di fuori regione:
IERONIMO OLITA DA VIGNOLA
MS. IULII A.D. 1772
Sui due lati opposti le figure in rilievo del Crocifisso e di S. Benedetto.