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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa Maria SS. del Rosario

Chiesa Maria SS. del Rosario




Una piccola chiesa dedicata a S. Agata esisteva nella frazione di Fleri, nel fondo detto delle Verginelle fin dal 1667. Eretta per soddisfare le esigenze religiose dei contadini che lì abitavano e nei giorni festivi vi si celebrava la Messa. Col passare del tempo la popolazione crebbe e le sue mutate esigenze non potevano essere soddisfatte dalla piccola e fatiscente chiesa. Nel 1860 la baronessa Caterina Guttadauro Francica Nava di Bontifè si prodigò perchè se ne costruisse una nuova a sue spese.
La nuova chiesa, probabilmente progettata dall’architetto Carmelo Sciuto Patti, con la collaborazione di tutti gli abitanti fu completata nel 1872. Da quel momento i lavori non si fermarono più e la stessa baronessa si prodigò per abbellirla e renderla sempre più accogliente: stuccatori giarresi ornarono le colonne; gli altari e il fonte battesimale furono realizzati in fine marmo dal catanese Carlo Calì; la chiesa fu anche adornata da pregevoli quadri e raffinate statue e fu dotata di oggetti e paramenti sacri. Questa nuova chiesa venne intitolata a Maria SS. del Rosario e S. Agata; elevata a chiesa sacramentale dal Card. Giuseppe Benedetto Dusmet, il 3 settembre 1872 fu benedetta da Mons. Giovanni Guttadauro Vescovo di Caltanisetta, fratello della baronessa Caterina.
Il 25 maggio 1928 fu eretta a chiesa parrocchiale. Nel tempo molti sono stati gli eventi calamitosi che l’hanno messa a dura prova: i terremoti del 1894, del 1941 e del 1952; l’alluvione del 1927 e gli eventi bellici del 1943 - durante la guerra furono nascoste dietro l’altare maggiore le reliquie di S.Agata - ma la solerzia dei cittadini insieme ai loro sacerdoti ha fatto si che essa potesse sempre essere restituita alla sua funzione.
Il 25 ottobre 1984, una forte scossa sismica rese l’edificio ottocentesco definitivamente inagibile. La nuova chiesa fu ricostruita, accanto a quella originaria, di cui fu mantenuta solo la facciata esterna, dall’architetto Ugo Cantone e fu consacrata il 25 ottobre 1990. dal Card. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Palermo,
L’edificio è posto a sud della primitiva chiesa e si sviluppa come naturale proseguimento di essa: non presenta il tradizionale prospetto principale, quasi a voler lasciare alla vecchia chiesa il ruolo di “nobile facciata” e assumere per sè il compito di continuare la vita sacramentale. Vecchio e nuovo si fondono, quindi in un unico corpo.
La chiesa si sviluppa su tre livelli: la zona criptica, l’aula ed il matroneo, ognuno dei quali riveste un preciso significato simbolico.
La zona criptica, primo momento di questo “viaggio di fede”, accoglie il fonte battesimale e si presenta come una grande vasca per accedere alla quale bisogna scendere di alcuni gradini: segno che è necessario scendere nella morte per riemergere con Gesù Cristo a vita nuova.
Quattro cappelle circondano la vasca, che accolgono figure plastiche ed iconiche che illustrano i momenti fondamentali della storia della salvezza. E’ questo il luogo della meditazione del mistero dell’amore del Padre attraverso la passione di Cristo e la celebrazione del sacramento della riconciliazione.
Dopo l’iniziazione e la rinascita in Cristo, il fedele è invitato a salire verso l’aula per la celebrazione eucaristica che ci dispone in assemblea attorno all’altare, centro e perno della vita della comunità. L’aula rievoca simbolicamente l’antica chiesa a tre navate con transetto; essa si presenta ornata con grande essenzialità di immagini sacre e di segni: la zona della celebrazione (altare, sede, ambone), la cappella del SS. Sacramento e la cappella della Madonna.
Il matroneo che accoglie il grande Crocifisso in terracotta (opera di Dino Cunsolo), è l’ambiente della “luce”, del “canto”, che prepara all’ascesa verso la liturgia celeste. Il Cristo in croce congiunge la terra ed il cielo esprimendo così il suo ruolo di “mediatore”. Verso il cielo, si erge la cupola che con apertura a vetri permette alla luce di penetrare nell’ambiente e nello stesso tempo come uno scambio, rapisce lo sguardo del fedele proiettandolo verso il cielo.
Fonte: comune di Zafferana




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