Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Monastero di San Nicola La Rena
L'antico Monastero di San Nicola L'Arena, a pochi chilometri dal paese, fu edificato come ricovero per monaci infermi dei vicini monasteri di Santa Maria di Licodia e Monastero di San Leone del colle Pannacchio nei pressi di Malpasso, accanto ad una antichissima cappella rupestre anteriore alla fondazione del Monastero e che sorgeva in quel luogo per una spontanea formazione arenosa. In seguito alla nascita di alcuni cenobi vicini, l'allora Vescovo di Catania, Marziale, ordinò la costruzione del Monastero presso l'antico ospizio. Fu Federico II d'Aragona a volerne la costruzione in un posto "tanto bello e salubre".
Il Monastero divenne sede principale dei cenobi e prese il nome di San Nicolò la Rena per la devozione dei monaci al Santo e per la caratteristica terra sabbiosa (rena) che ricopriva la zona.
Il predominio del Monastero nicolosita sugli altri del territorio è databile intorno al 1359.
Attorno al Monastero si sviluppò, probabilmente durante il XIV secolo, il borgo di Nicolosi. La comunità benedettina attirò una concentrazione stabile di persone impegnate in attività agricole e pastorali, i quali costituirono le loro case vicino al monastero, dando vita ad un vero e proprio borgo rurale che prese il nome di Nicolosi.
L'ingresso dell'edificio era costituito da un piccolo portico, in parte ora distrutto, sulle cui pareti si potevano ammirare bellissimi affreschi.Un lungo sentiero, una volta fiancheggiato da mura merlate, portava al recinto del monastero al quale si accedeva attraverso un nobile arco barocco di pietra bianca, sulla cui chiave era scolpito lo stemma dell'edificio: tre pale sormontate da una stella caudata.
Sul portone d'ingresso principale campeggiava lo stemma dell'ordine benedettino, un libro con il motto "ORA ET LABORA". Sopra si apriva il balcone a terrazza sul quale si affacciava l'appartamento dell'abate ed il lato meridionale del cortile era occupato, in parte, dal muro difensivo, oggi ricoperto di edera.A lato una cisterna a quattro bocche indispensabile nei periodi di siccità.
Quando il Monastero divenne, come detto, Abbazia, qui si creò un austero centro di vita monastica in cui soggiornavano anche ospiti illustri appartenenti ai nobili casali dell'epoca quali la stessa regina Eleonora d'Angiò e viaggiatori desiderosi di avventurarsi nell'ascesa al cratere, la quale si concludeva presso la casa degli inglesi. Tra questi il poeta e critico inglese Samuel Taylor Coleridge, il biologo e naturalista11 emiliano, Lazzaro Spallanzani, il viaggiatore inglese Tthomas Watkins, il romanziere e drammaturgo francese Alexandre Dumas nonché il Re d'Italia e principe di Piemonte Umberto di Savoia che, all'alba del 2 luglio 1862, compì l'ascensione al vulcano insieme ai fratelli Amedeo Duca d'Aosta e Oddone duca di Monferrato.
Colpiti ed impauriti dal susseguirsi di eventi vulcanici del 1536-1537 e dai pericoli derivanti dalle incursioni predatorie di numerose bande di briganti i monaci nel 1545 chiesero il trasferimento a Catania dove fondarono in breve tempo il nuovo monastero di San Nicolò l'Arena. Da quel momento il monastero si avviò verso una progressiva decadenza, mentre lo sviluppo di Nicolosi continuò, nonostante il susseguirsi delle calamità naturali.
Il suo definitivo degrado avvenne con la soppressione degli ordini religiosi, quando passò al Pubblico Demanio dello Stato per essere venduto ai privati.Fino a qualche anno fa restavano i ruderi, carichi di memorie del passato.Dal marzo del 2005 l'antico monastero etneo ristrutturato ospita la sede dell'Ente Parco dell'Etna.
Dal Monastero dei Benedettini di S. Martino alle Scale ( Palermo ) come era nella mente e nel cuore dei Nicolositi è nato il risveglio.
Da qui è giunto il piccolo gruppo dei Benedettini che, pur con diversa ubicazione del nuovo Monastero ( oltre la Cittadella Sportiva, dopo la Fossa delle Colombe, percorrendo la strada lastricata a'' basole " come un tempo ) hanno fatto in modo che il 25 settembre 1994 fosse posta la prima pietra e, a due anni di distanza, il nuovo Monastero è stato edificato, in estrema semplicità.
L'inaugurazione è avvenuta il 25 settembre 1996 ed i Monaci Benedettini che vi vivono hanno riportato un clima di religiosità nuovo e profondo come il loro motto:
ORA ET LABORA