Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
San Michele Arcangelo Chiesa Madre-Grammichele
La Chiesa Madre di Grammichele mostra una facciata in pietra dorata, appena mossa dalle partizioni architettoniche aggettanti e dalle sobrie decorazioni scultoree. E’ il tempio più notevole del paese per estensione e per bellezza. Il principio della edificazione di essa risale a pochi anni dopo il 1700 e cooperatori principali del suo compimento, avvenuto verso il 1765, furono il Comune e gli eredi del principe di Butera. La ristrutturazione ad opera di Carlo Sada modificò e completò la parte superiore della facciata con l’aggiunta di un coronamento frontonato al posto dell’orologio, poi sistemato nel Palazzo Municipale. La dedica della chiesa a San Michele Arcangelo (che divide il patronato di Grammichele con Santa Caterina d’Alessandria) dipende dal fatto che all’epoca della fondazione venne introdotto il culto di San Michele, quale protettore dai terremoti. L’interno a croce latina è a tre navate, ha una maestosa cupola alta 39 metri dal suolo; l’ariosa e ampia volta è decorata con stucchi ottocenteschi che riproducono i Dodici Apostoli e scene della vita di Gesù.
All’interno troviamo due dipinti che raffigurano i Santi Patroni:
- Disputa di Santa Caterina d’Alessandria: tela di ignoto seicentesco proveniente da Occhiolà, che rappresenta la santa di fronte ai filosofi inviati da Massenzio per fare crollare la sua fede. Secondo la leggenda aurea (Jacopo da Varazze 1230-1298), Caterina riuscì a convertire i suoi detrattori scatenando le ire dell’imperatore che le inflisse la tortura della ruota chiodata, ma gli angeli la salvarono e il suo corpo rimase intatto;
- Altra tela, nata con la Chiesa, raffigurante San Michele Arcangelo, protettore della città, che indossa un abbigliamento da combattimento e regge uno stendardo raffigurante la Vergine.