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Museo Etnografico - Corleone
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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Museo Etnografico - Corleone

Museo Etnografico - Corleone




Aperto nel gennaio duemila, il museo sorge nei locali dell'ex monastero dei frati Olivetani a Corleone. La Collezione etnografica, ordinata dal prof. Filippo Salvatore Oliveri (etnoantropologo nella Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Caltanissetta), è costituita da oltre duemila oggetti provenienti dalla tradizione contadina, artigianale ed agro-pastorale del territorio. I pezzi esposti risalgono tra la fine dell' Ottocento e i primi anni quaranta del secolo XX ed appartengono giuridicamente alla locale parrocchia di San Leoluca Abate, il cui parroco Don Calogero Giovinco, oltre ad essere stato il fondatore-promotore dell'iniziativa culturale, insieme all' Associazione culturale San Leoluca, continua nella infaticabile ricerca di materiali e manufatti, grazie, sopratutto, alle generose donazioni dei cittadini corleonesi e dei paesi vicini Prizzi e Bisacquino, custodi di una tradizione che in parte si mantiene. E' anche vero che altre usanze sono destinate a perdersi, per la mancanza di botteghe ed artigiani locali che possano riparare quel che si guasta.
Non esistono più, infatti, le botteghe dei sbarraturi d'aratri, artigiani che costruivano e riparavano gli aratri a chiodo, i gioghi per i cavalli ed i buoi, così come i vardiddara (bastai), fasciddara (costruttori di fiscelle), e tanto altro ancora.
Ma con i suoi oggetti ed attrezzi il Museo Etnografico può contribuire a mantenere vivo l'interesse verso una cultura semplice ma laboriosa, che si nutriva del rapporto con il lavoro e con il sacro, e costituire un'importante esperienza culturale e sociale, volta a rinnovare il tessuto di una cittadina dal passato difficile ed a rivolgere una nuova attenzione verso esperienze come l'arte e le tradizioni popolari.
Il percorso espositivo della Casa Museo si snoda attraverso quattro ambienti fondamentali: la stalla ('a stadda), la stanza di lavoro, la cucina e la stanza degli attrezzi. Nella stalla e stanza del lavoro è stato ricostruito il ciclo della cerealicoltura e panificazione, ma vi si trovano anche le ricostruzioni della bottega del falegname ('u falignami), del calzolaio ('u scarparu) e quella relativa alla tessitura con un interessante telaio ('u tilaru) in legno di noce dei primi anni del XX secolo. Gli utensili adoperati per tali attività, e visibili nell'allestimento del museo sono la caratteristica mangiatoia ('a manciatura) di legno, diversi aratri in legno e in ferro di inestimabile valore la bardella e il pungolo, utilizzato per incitare gli animali durante l'aratura e la semina. E poi le falci, naturalmente, per mietere il grano, fieno ed altri cereali, gli uncini e le forcine (ancini e ancinedde) per raccogliere i mazzi. I due torchi per la vinificazione documentano il ruolo che un tempo aveva la cultura vinicola nel territorio di Corleone.
Altro ambiente è quello della stanza da letto, dove è stato sistemato il tradizionale letto dei contadini ('u iazzu) con il materasso pieno di ristuccia ( la paglia rimanente a seguito della trebbiatura), le bianche lenzuola di cotone, i ricami della fine del Novecento e una coperta di cotone trapiantata a mano ('a cuttunina ).
Tra il baule per la dote, le trine, le sottane e le coperte, rivive un mondo che respira ancora attraverso le immagini appese alle pareti, le fotografie d'epoca in cui sono ritratti sposini e volti di amici e parenti, e le numerose immagini votive. Ad un'altra parete è stata sistemata una buffettina (tavolo rustico) d' inizio secolo che contiene memorie di emigrati corleonesi in America e la fotografia del massaro.
Un ambiente particolarmente interessante è la cucina, detta a' tannura, risalente agli inizi del secolo scorso e decorata con mattoni colorati provenienti dalle rinomate fornaci di Burgio (Agrigento). La stanza è colma di pentole e recipienti, brocche di terracotta, brocche di zinco, fiaschi di vetro, piatti, per un vero tripudio di strumenti dalle fatture più diverse, attraverso cui percepiamo l'attenzione antica rivolta gli oggetti del quotidiano, quando fare il pane era una festa, un'esperienza che coinvolgeva l'intera famiglia e quando la conservazione dell'olio era affidata alle giare di terracotta.
La devozione raggiungeva anche la cucina, nella forma dei quadri sacri riproducenti la Madonna tra Santi. Infine, la stanza degli utensili agro-pastorali, ovvero gli utensili per la pastorizia e la confezione dei prodotti caseari, come a ‘cisca, il secchio, in doghe e manico di rovere, a' quararedda stagnata, la caldaia in rame, e tanti altri attrezzi utilizzati per la ricotta ed altri formaggi, ancora prodotti nella zona. E poi vi si possono ammirare utensili per la cerealicoltura, zappe tridenti, aratri e pale, strumenti per la tosatura e per la raccolta dei prodotti della terra.
Al centro della stanza si trova inoltre, un tipico carretto agricolo di scuola palermitana, utilizzato per il trasporto di cereali, fieno, materiali da costruzione ed altro. Il carretto, seppur non in perfette condizioni conservative, presenta sui lati le tipiche decorazioni cavalleresche, realizzate con una tecnica che ricorda da vicino quella utilizzata per la pittura su vetro, altra affascinante espressioni della creatività e della devozione popolare siciliana.
Il museo etno-antropologico è stato inaugurato il 29/10/2004 alla presenza del vescovo Cataldonaro, del sindaco Nicolosi e del vicepresidente della provincia Colca, hanno tenuto una relazione il prof Gerbino, critico d'arte, il giornalista Nonuccio Anselmo, e l'antropologo Filippo Oliveri, il tutto alla presenza di oltre 500 persone.

Indirizzo
Piazza asilo 90034 Corleone(PA) - Tel 0918461850
Orari
Tutti i giorni 9,30-12,45 / 15,30-17,30




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