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Convento di Santo Agostino-Corleone
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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Convento di Santo Agostino-Corleone

Convento di Santo Agostino-Corleone




Il complesso di Sant'Agostino, adiacente alla chiesa è stato recentemente restaurato e tornato all'antico splendore. Il convento di sant'Agostino fu costruito intorno al XIII secolo nell'antico e non più esistente quartiere di “Santa Venara”, che si trovava ai piedi del castello Sottano, dalle parti dell'ex Asilo. Assieme al quartiere di San Giuliano, posto a monte sotto il castello Soprano, costituiva certamente il primo nucleo abitativo della città, che aveva cominciato a prendere forma attorno ai due castelli, al seguito delle guarnigioni arabe che li presidiavano.
L'antica città presentava, infatti, due nuclei ai piedi del castello, il fiorente quartiere che da via Lombardia arriva alla chiesa di San Pietro e soprattutto un immensa area all'interno delle mura costituita da catoj sparsi fino alla chiesa di San Martino.
Una tradizione popolare vuole che la costruzione del convento avesse inglobato anche la casa paterna di San Leoluca posta all'angolo con via Spatafora. Il complesso era costituito da una chiesa ad una navata centrale, riccamente decorata nei secoli con marmi policromi e pitture lignee di pregiata fattura, presenti ancora oggi nell'oratorio dei Frati. Dalla chiesa si accedeva direttamente al Chiostro, attraverso una porta che i lavori odierni hanno messo alla luce. Il chiostro costituito da quattro arcate per lato, aveva accesso anche direttamente dall'esterno nella piazza antistante.
I piedritti e gli archi erano costituiti da pietrame informe e muratura a sacco. Dalla parte opposta la chiesa si trovavano le celle dei frati, tutte uguali, poste uno accanto all'altra.
Nella parte antistante la piazza si trova, riscoperto nei recenti lavori, un pozzo cilindrico che sarà servito non già per la estrazione dell'acqua ma, probabilmente, per la conservazione delle derrate alimentari.
Nei primi anni del Regno d'Italia la complessa dinamica dei rapporti istituzionali tra lo Stato e la Chiesa porta alla emanazioni delle cosidette “leggi eversive”. Queste disciplinavano per tutto il territorio nazionale la soppressione delle corporazioni religiose e la devoluzione al demanio dei loro beni, portando a compimento l'acquisizione del patrimonio ecclesiastico nelle regioni in cui più massicce erano state le soppressioni Napoleoniche.
A Corleone molti beni della chiesa subirono questa sorte, ma non tutti passarono nel patrimonio del Demanio. Infatti alcuni di questi beni rimasero tra le grinfie di alcuni speculatori, successivamente scomunicati dalla Chiesa, che fecero le loro fortune approfittando del trapasso.
Il complesso di Santo Agostino subì questa sorte, staccandosi dalla chiesa che veniva lasciata alla amministrazione ecclesiastica. E' di quel periodo la istituzione del Regio Liceo Classico e la destinazione del complesso a scuola pubblica.
Il complesso venne stravolto con la occlusione degli archi del chiostro che diventò in parte aula ed in parte biblioteca e la suddivisione degli ampi corridoi e saloni in piccole aule intitolate ai caduti della grande guerra.
Oggi, a conclusione dell'intervento di restauro, è tornato alla città ed ospita parte dei locali dell'Ufficio Tecnico Comunale e la Biblioteca Comunale.




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