Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di San Giuseppe dei ricchi o di San Paolo.
La Chiesa di S.Paolo, sita a nord-ovest sul versante del Monte Marone, è posta nell'omonima piazza di fronte al muro laterale dell'Abbadia (ex monastero Benedettino). Sorse nel XV sec. come Oratorio di S.Paolo. Dopo l'esodo dei Benedettini, l'oratorio divenne Chiesa di S. Paolo. La chiesa venne edificata sulle mura di cinta settentrionali del borgo. L'edificio, rimaneggiato nel corso dei secoli, è documentato dalla metà del Cinquecento: all'esterno la facciata è costretta fra due torrette campanarie che inquadrano un bel portale realizzato a metà del Seicento dallo scalpellino Luca Morina
Nel 1812 sotto l'arcipretura di Don Pietro Ciappina, venne restaurata e trasformata nell'attuale chiesa a tre navate. Sull'altare in marmo si può leggere la data di restauro "1812".
La navata centrale è divisa da quelle laterali da un raro sistema di colonne binate, poggiate un alto basamento e decorate con motivi floreali ed antropomorfi, opera del famoso intagliatore enguineo Andrea Bonanno. Sull'altare maggiore è posta anziché la statua di San Paolo, quella di S. Giuseppe con il divino infante opera settecentesca di ignoto autore napoletano (il Bambino è attribuito al Quattrocchi). Per questo motivo la chiesa sarebbe dovuta essere intitolata a S. Giuseppe ma i confrati si opposero, intitolandola a San Paolo, dal nome originario dell'oratorio. La statua lignea di San Paolo, opera della metà del Seicento documentata a G.B. Li Volsi è posta sull'altare della navata laterale di destra. All'interno fanno bella mostra di se anche due artistiche "serliane" in pietra scolpite, opera di autore ignoto della seconda metà del Cinquecento.
La chiesa di San Paolo è detta anche chiesa di "S.Giuseppe de 'ricchi" per differenziarla dall'altra intitolata a San Giuseppe perché qui si celebrava "la missa basciu" (messa di mezzogiorno) a cui partecipavano le persone di ceto più elevato.