Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Abbazia di S. Anastasia
Sebbene oggi questa fondazione religiosa appartenga al territorio di Castelbuono, è doveroso accennare alle notizie storiche che la riguardano, in quanto, all’epoca della sua fondazione, faceva parte integrante del territorio di Gratteri. Infatti, A. Mogavero Fina (L’Abbazia di Sant’Anastasia, Palermo 1971) dice “che sorgeva nell’avamposto orientale della terra di Gratteri” e propriamente dietro il Monte Sant’Angelo.
Fu fondata dal vecchio conte Ruggero verso l’anno 1100 “nell’estrema propaggine dei feudi di Guglielmo de Gratterio”, come altresì afferma il Brietius “Coenobium S. Anastasiae, a Rogerio Rege fundatum”.
Era annessa alla famosissima Abbazia di Mileto, in Calabria, anche questa fondata da Ruggero. Notizie più o meno accertate ci dicono che i primi officianti siano stati i basiliani. Tuttavia il Carandino afferma che siano stati i benedettini e a tal proposito scrive: “...L’Abbazia di Sant’Anastasia dell’ordine di San Benedetto, la quale fu fondata dal conte Ruggero, nell’anno 1100, insieme ad altre chiese a queste annesse, che con decreto dello stesso Ruggero furono aggregate”.
Fra le chiese suffraganee, ossia alla dipendenza di quest’Abbazia vi era la chiesa di Sant’Elia di Gratteri, come si rileva da una Bolla pontificia di Eugenio III del 24 febbraio 1151 che muniva di privilegi ecclesiastici la citata chiesa, in cui si legge “S. Anastasiae de Grateris”.
Era indubbiamente una prestigiosa Abbazia, abbastanza nota, che - come attesta il Mogavero Fina, ebbe una notevole fioritura di abati. Fu incorporata nel territorio di Castelbuono dopo il 1316, ai tempi di Francesco Ventimiglia, senior, conte di Geraci Siculo.
Fu abbandonata dai Benedettini nel 1851, a causa di un tremendo temporale che la rese inagibile. Ancora sono ben visibili i muri della chiesa e le vestigia di essa, fra cui il portale nella sua struttura originale.