Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Abbazia di San Giorgio
A circa 4 km, a sud-ovest di Gratteri sorgono le imponenti vestigia dell'abbazia di San Giorgio, di epoca normanna, comprendente la canonia e la chiesa. L'abbazia sorge a circa mezz'ora di cammino dall'abitato, ed è situata in mezzo ad un bosco di querce secolari, dove fino ad un secolo fa si aggiravano i lupi la cui caccia ha dato origine alla celebrazione di "U iuovi di mastri" (il giovedì dei maestri di mestiere).
La fondazione è attribuita al pontificato di Innocenzo II ( riconosciuto in Sicilia come papa legittimo solo nel 1139), probabilmente negli anni tra il 1140 e il 1142 per i frati Premostratensi (Agostiniani riformati), forse provenienti da una canonia di Saint-Josse-au-Bois, nella diocesi di Amiens in Normandia o dalla Piccarda; questa è, infatti, l'unica Casa di quest'ordine fondata in Sicilia. Ciò viene anche confermato da numerose Bolle pontificie.L'affidamento si inserisce nell'ambito dell'appoggio che i Normanni diedero in Sicilia al monachesimo occidentale, in opposizione a quello orientale, che si era diffuso con la dominazione bizantina.
L'abbazia sembra tuttavia già esistente, se ad essa si riferisce una bolla del 1115, in cui il re Guglielmo I, detto il Malo, concede "alla venerabile e sacra mansione di San Giorgio dei Crateri" alcune terre di Petralia. Secondo alcuni studiosi, inoltre, i resti dell'edificio potrebbero essere attribuiti al secolo precedente. La chiesa venne dedicata a San Giorgio da Ruggero II per adempiere ad una sua promessa fatta nella battaglia di Cerami, durante la quale vide un ignoto cavaliere, coperto di armi lucentissime, sopra un bianco cavallo, avente in mano un bianco vessillo con sopra una croce somigliante a San Giorgio.
Una bolla del 1182, di papa Lucio III riconfermava alla canonia i beni e i privilegi acquisiti all'atto della sua fondazione ed elenca le chiese a quel tempo incorporate al priorato di San Giorgio (San Leonardo d'Isnello, San Nicola di Gratteri, San Cataldo di Partinico e San Pietro in Prato di Gangi. Un diploma del 1191 con cui Tancredi d'Altavilla concede all'abbazia numerosi privilegi in memoria del padre.L'affidamento si inserisce nell'ambito dell'appoggio che i Normanni diedero in Sicilia al monachesimo occidentale, in opposizione a quello orientale, che si era diffuso con la dominazione bizantina. Nonostante i privilegi, l'abbazia iniziò a decadere dal 1223, diventando prima "commenda" e poi un semplice "beneficio". Intorno al 1305 la canonia fu eliminata e i frati espulsi. Viene in seguito citata una "commenda" definitivamente abbandonata nel 1645 e alla metà del XIX secolo l'abate Vito Amico nel suo "Dizionario topografico della Sicilia" cita la chiesa, ancora aperta al culto, come appartenente all'ordine dei cavalieri di Malta. L'edificio, caduto in rovina, fu poi riutilizzato dai contadini come stalla e deposito di fieno. Finalmente il Comune di Gratteri ne ha acquisito la proprietà ed ha eseguito vari lavori di restauro.
Attualmente restano solo poche vestigia: qualche elemento decorativo e i muri perimetrali della chiesa, a pianta basilicale e a tre navate, con tre absidi sul lato di fondo orientale, di cui solo quella centrale sporgeva all'esterno, con architettura romanico francese e una decorazione a lesene simile a quella del duomo di Cefalù. I muri perimetrali, anche se erosi dalle ingiurie del tempo, sono quasi intatti, come lo è ancora, lo stupendo portale romanico. La muratura delle absidi si presenta in conci regolari con incavi sugli spigoli per accogliere colonne alveolari. Le altre pareti sono costituite in opera incerta con pietrame informe, ad eccezione delle incorniciature delle strette finestre. La parte ancora visibile del prospetto presenta un portale centrale con arcate cieche laterali. Il portale ad arco conserva una decorazione "a bastoni spezzati" simile a quella presente nel duomo di Cefalù e i capitelli delle colonne alveolate un tempo inserite nei piedritti. L'attacco di due archi trasversali ai lati del portale permette di ipotizzare la presenza di un protiro.
La fabbrica conventuale doveva trovarsi a nord della chiesa, mentre un chiostro doveva essere addossato alla sua navata meridionale.L’Abbazia di San Giorgio può essere considerata come espressione della cultura romanica europea, al pari di Sant'Andrea di Piazza Armerina, di Santo Spirito in Caltanissetta, del duomo di Cefalù e di quello di Monreale.