Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Gole di Tiberio
L'escursione più interessante dell'intero territorio è quella alle Gole del Fiume Pollina, le cosiddette "Gole del Tiberio" (chiamate anche "u Mirìcu"), per le sue valenze geologiche oggi sito Geopark con il supporto dell'UNESCO. Esse si trovano nel fiume Pollina a 80 m. s.l.m. tra i comuni di San Mauro Castelverde e Castelbuono, nel Parco delle Madonie. Leggenda vuole che queste acque siano in grado di inghiottire tutto quello che si trova sul letto del fiume e trasportarlo al mare, per questo motivo il luogo, in dialetto siciliano, viene chiamato "U' Mirìcu".
Incastonate nel fondo di una valle boscosa e silenziosa, le gole altro non sono che uno spettacolare canyon scavato pazientemente, nel corso dei millenni, dalle acque del fiume Pollina, che le ha scolpite tra gli imponenti depositi di calcari triassici.
Prendono il nome dalla borgata di Tiberio, un casale del Comune di San Mauro dalle nobili origini, ex feudo della casata dei Ventimiglia, Conti di Geraci Siculo. Non ci sono riferimenti storici sicuri, ma nella cultura locale si tramanda che nella zona dell'attuale borgata maurina chiamata Tiberio fosse presente una villa romana.
La figura dell'Imperatore Tiberio (14-37 d.C.) associata alle Gole è dovuta probabilmente al fatto che i nobili romani proprietari della predetta villa vollero intitolare le Gole all'imperatore Tiberio, certamente amante dei luoghi d'acqua.
Gli anziani del posto raccontano della presenza di una grotta nelle Gole in cui è conservato il tesoro dei Briganti Maurini, che la tradizione locale vuole sia sottoposto all'incantesimo da truatura. I Briganti utilizzavano le grotte come nascondiglio e luogo ideale per conservare al sicuro il bottino. Il percorso verso le grotte era conosciuto solo da pochi malandrini, una decina in tutto, e per tenerlo segreto, quando venivano ospitate altre persone, esse venivano bendate. La caverna, distribuita su tre piani, era conosciuta da tutta la popolazione e gli abitanti sapevano che vi vivevano i briganti, ma nessuno mai ebbe il coraggio di avvicinarsi. Si racconta, tra l'altro, che esisteva un enorme masso tra le due pareti che ne univano le sponde consentendo il passaggio naturale sul fiume. Visto il continuo flusso d'acqua, sempre secondo la credenza popolare, si credeva che il fiume fosse legato al mare per vie sotterranee. Qualunque sia la verità, esso oggi costituisce uno dei più ameni luoghi di questo paese e, grazie all'area attrezzata, vi si può permettere di concedersi un momento di pace incontrastata unita ad una saggia scampagnata rustica in compagnia.
Il letto del fiume è costeggiato da oleandri e canneti e dominato dalla presenza di blocchi di calcare biancastri, lisciati dalle acque e dai suoi sedimenti.
Chi desidera visitare questo paradiso farebbe bene a farlo nel periodo primaverile o estivo, da maggio a settembre, mentre è fortemente sconsigliato nei mesi invernali perché il fiume potrebbe essere ricco d'acqua per le piogge e quindi impetuoso.
Il tratto di canyon è lungo circa 400 metri, ed è navigabile con piccoli canotti a remi o anche a nuoto. Assolutamente vietati i natanti a motore che farebbero troppo rumore e disturberebbero la quiete di questi luoghi e gli stessi animali che qui vivono.
L'Associazione Sportiva Madonie Outdoor, organizza escursioni con il gommone nelle Gole di Tiberio.
Chi preferisce il fai da te invece, deve sapere che la durata dell'escursione è di circa due ore e trenta ed è consigliabile utilizzare un abbigliamento da trekking e portarsi inoltre, costume, t-shirt, sandali, cappellino, asciugamano e crema solare. Bisogna gonfiare il canotto e caricarvi il materiale che vi siete portati appresso, soprattutto i giubotti di salvataggio o il salvagente.
Potreste decidere anche di proseguire a nuoto, trascinandovi dietro il canotto. In questo caso però, non dimenticate mai di indossare i giubotti di salvataggio o il salvagente anche se siete nuotatori esperti e il fiume scorre tranquillo.
La prudenza non è mai troppa anche perché, in molti tratti, le pareti del letto del fiume sono lisce e offrono scarsi appigli, il che, una volta in acqua, rende difficile fermarsi per potersi riposare.
Il percorso è spettacolare e i giochi di luce sulle alte pareti creano degli effetti molto suggestivi. Spesso si possono incontrare piccole spiaggette dove non è raro avvistare rare specie anfibie e qualche granchio d'acqua dolce, oppure nuotare tra le anguille che guizzano velocemente.
Il canyon in certi punti si restringe arrivando a misurare appena due metri e, sulle rocce, è più facile osservare fossili di gasteropodi risalenti a circa 150 milioni di anni fa. Oltrepassate le gole, si lascia il gommone in un piccola spiaggetta e si può intraprendere una breve passeggiata, lungo il fiume Pollina, chi ancora non ha ceduto alla tentazione, può fare un bel bagno rinfrescante.