Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Grotta Corruggi-Pachino
La Grotta Corruggi è una piccola caverna situata nella scogliera posta a sinistra della spiaggia di Contrada Vulpiglia (raggiungibile dalla S.P. 84 Marzamemi - Portopalo), che si trova tra i territori di Marzamemi e Portopalo di Capo Passero. La grotta, anche se risulta molto dissestata per l'abbandono a se stessa provocato dall'incuria degli anni passati, è uno dei più importanti siti archeologici neolitici siciliani sia perchè è posto a pochi metri dal mare, sia perchè è tuttora un sito che suscita mistero e ammirazione da parte di chi lo visita. Risale al periodo mesolitico ed è unica nel suo genere assieme alla grotta della Sperlinga di San Basilio presso Novara di Sicilia. In entrambe lo strato culturale è caratterizzato da uan industria litica con accentuato carattere microlitico, che nei livelli inferiori, si presenta pura, nei livelli superiori si associa invece con ossidiana e con ceramica del tipo di Stentinello, caratteristico delle più antiche fasi del neolitico siciliano.
Grotta Corruggi e la Sperilinga indicherebbero dunque l’esistenza in sicilia di nuclei di popolazione mesolitiche che, ad un certo momento, sarebbero venute in contatto con le prime genti neolitiche stanziatesi nell’isola, con le popolazioni cioè portatrici della civiltà di Stentinello, dalle quali avrebbero ricevuto la ceramica e l’ossidiana. Tuttavia queste popolazioni mesolitiche devono essere sopravvissute per qualche tempo, conservando le proprie tradizioni e sopratutto quell’industra litica del tipo tardenosiano che differisce radicalmente da quella dei villaggi stentenelliani, basata invece quasi esclusivamente su lame regolari del tipo dei (coltelli) neolitici. Ma l’assoluta identità dell’industria degli strati della Grotta Corruggi e della Sperlinga, ancora privi di ceramica, con quella degli strati dei quali invece compare la ceramica e si lavorano gli stessi strumenti su ossidiana, indica che anche gli strati senza ceramica non possono risalire ad un’antichità molto remota, ma devono precedere di poco l’avvento del neolitico.In realtà l’industria litica di queste stazioni, pur conservando molti dei caratteri che erano propri del paleolitico superiore siciliano, presenta anche elementi nuovi, sopratutto nella più accentuata tendenza dei microliti verso forme geometrizzanti.
La fauna della grotta Corruggi non differisce in realtà da quella delle stazioni dl paleolitico superiore. Sono stati trovati molti utensili (punte di lancia in pietra o in osso, lame in metallo) e fra i resuidui di pasto le ossa di un esemplare l’Equus (Asinus) bydruntinus (un'animale simile all' asino, estinto milioni di anni fa), che sembrerebbe quindi essere sopravvissuto fino agli albori del neolitico. Questa caverna fu oggetto di studi da parte di tre archeologi; Von Audrien nel 1878, Paolo Orsi dal 1898 al 1090 e Bernabò Brea dal 1940 al 1950. Inoltre presso la limitrofa scogliera di Contrada Volpiglia sono stati ritrovati ruderi neolitici facenti parte probabilmente di un insediamento rupestre.