Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Lo stile Liberty-Palazzolo Acreide
Il liberty (il "nuovo stile" che da tempo si era diffuso in Europa ed in Italia) si affermò a Pozzallo con un certo ritardo, in compenso si protrasse fino agli anni ’40.
Questo stile floreale fatto di rose e fiori “a festoni, a tralci, a grappoli, a cascate, a canestri, a mazzolini” con certe suggestioni orientali e con svariati richiami a motivi egizi, romanici e gotici, interessò sicuramente l’architettura edile ma si applicò ancor di più nelle decorazioni, negli addobbi, nell’agghindamento con le nuove volute dei ferri battuti. Queste novità artistiche stimolarono la creatività e l’attività dei ceti professionali ed artigianali: muratori, falegnami, fabbri ferrai, scultori, ingegneri e geometri palazzolesi furono artefici di una enorme, quanto apprezzabile ed originale produzione sia nel campo dell’edilizia pubblica e privata, sia nei manufatti in legno ed in ferro nel senso che i motivi floreali e le linee flessuose di questo nuovo stile vennero reinterpretati dalla sensibilità, dalla abilità tecnica, dalla cultura degli scalpellini, dei fabbri, dei falegnami e dei tecnici palazzolesi. Nel paese si incontrano svariati esempi di costruzioni in stile liberty: pretenziose case di abitazione, isolate, borghesi, che completano i vari spazi edificabili rimasti all’interno di un più antico tessuto urbano ed altre costruzioni, generalmente più modeste, che stanno ad indicare le zone d’espansione nella prima metà di questo secolo. tra queste ricordiamo quelle di via San Sebastiano e di Via Vincenzo Messina ma anche altre opere d’arte si trovano nel Cimitero Monumentale di Palazzolo, un vero e proprio piccolo “museo” di opere liberty in cui vi si trovano le opere degli artisti dei mastri e degli scalpellini minori
A loro ed alle loro affollate scuole (scuola-bottega) si deve la fortuna e la diffusione del liberty palazzolese. Bisogna ricordare tutta una schiera di mastri impegnati nel primo trentennio del ‘900: Giuseppe e Sebastiano Giuliano scultori; Francesco Bordieri, Michelangelo Bonaiuto, Antonio Gibilisco, Fedele Buccheri, Paolo Talleri, Salvatore Storaci, Marcello Garofano capimastri e valenti scalpellini; i Greco, i Talleri, i Caligiore, i Rizza e tanti altri giovani apprendisti divenuti ottimi scalpellini e costruttori negli anni successivi; i Costa, i Tumminieri, i Giuliano falegnami, ebanisti e costruttori di mobilio; i Leone, i Lacarrubba, fabbri ed artisti del ferro battuto.