Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Palazzo Cafici-Judica-Palazzolo Acreide
A circa una cinquantina di metri dal palazzo Pizzo, in via Garibaldi 127, si può ammirare la superba balconata del settecentesco palazzo Cafici, poi Iudica (oggi di proprietà Caruso). Appartenne ai Baroni Iudica di Palazzolo assieme ad un altro palazzo posto nel Corso Vittorio Emanuele, senza dubbio la più facoltosa famiglia aristocratica palazzolese avente diversi possedimenti di terreni a nord e a sud di Palazzolo, tra cui vanno citati i feudi di Baulì, di Santa Lucia di Mendola, della Cava Cinque Porte - Pianetti - Manghisi in territorio di Noto; e di Fondi, Porticaletto, Famolio e Purbella in territorio di Palazzolo. La facciata di questo palazzo è caratterizzata dalla più bella e lunga balconata barocca del mondo, paragonabile in provincia solo ai balconi del Palazzo Nicolaci - Villadorata di Noto.. I mensoloni, in numero di 27, sono pregevoli figure antropomorfe con “sberleffo” scolpite a bassorilievo differenti l’uno dall’altro.Chiamati dai palazzolesi col nome di "Cagnoli", raffigurano: mascheroni grotteschi, volti di bambini, teste di animali mitologici ecc... sovrastati da travoni che presentano pregevoli decorazioni geometriche e floreali scolpite a bassorilievo atte a sostenere il grande balcone sovrastato da timpani recanti decorazioni a bassorilievo (su tutti quello centrale di tipo spezzato recante lo scudo araldico della famiglia Iudica). I mensoloni centrali, assieme ad altre rappresentazioni grottesche, sembra, abbiano un misterioso significato allegorico. Il design architettonico della facciata risente ancora di un tardo influsso barocco, mentre i mensoloni ed altre decorazioni sono ispirati a gusti neoclassici. Si dice che questa balconata venne fatta costruire dal primo proprietario del palazzo (un esponente della famiglia Iudica) per far vedere che aveva un potente prestigio economico e aristocratico e di conseguenza i faccioni antropomorfi servivano appunto per burlarsi degli altri nobili palazzolesi. Non a caso il termine "Cagnolu" indica con disprezzo una persona burlona ma sprezzante allo stesso tempo, proprio come questi mascheroni. La sua forma rettangolare (inquadrata da due pilastri) conferisce all'edificio una certa sobrietà spezzata dalle forme armoniose del portale d'ingresso, di forma arcuata ed inquadrato da un corpo a gradoni accanto al quale vi sono quattro aperture (due per lato) di forma rettangolare con finestrone superiore. L'interno presenta ariose stanze decorate con stucchi policromi e ammobiliate con mobili d'epoca.Ultimamente, il palazzo ha subito un radicale restauro architettonico e strutturale a causa dei danni riportati dal terremoto del 1990.