Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa Madre-Palazzolo Acreide
Da documenti d'archivio risulta che la chiesa risalirebbe al 1215 quando fu dedicata dal vescovo di Siracusa Bartolomeo Gash al culto di S. Nicolò.
La facciata ricostruita dopo il terremoto del 1693, assieme a gran parte della chiesa, è molto lineare e classicheggiante come si nota soprattutto nel portale, ai lati del quale si trovano due nicchie prive di statue.
Il secondo ordine mostra la stessa struttura architettonica con la sola variante che nel centro, in corrispondenza del portale, c’è una grande nicchia ornata senza statua ed ai lati due finestre con campane. La parte superiore della facciata è adornata al centro da un fregio di ottima fattura ed ai lati da due statue che servono a conferire un certo movimento alla costruzione. Sul lato destro si trova la piccola porta d’ingresso, resa importante da una ampia scalinata che raccorda la chiesa con la piazza sottostante. E’ la chiesa più ampia e luminosa di quelle esistenti a Palazzolo; è a tre navate con pianta a croce latina; maestosi sono i pilastri portanti in doppia fila, in pietra di tufo dura quanto il marmo.
Entrando dalla porta piccola, a sinistra, vi è una tela raffigurante la Madonna e le anime del Purgatorio, dipinta nel 1857 da Pietro Quintavalle, a destra vi è il primo altare della navata dedicato a S. Corrado; il quadro di S. Corrado di autore ignoto, si dice che provenga dall’antica chiesa rupestre dedicata a questo santo.
Quasi tutti gli altari di questa chiesa Madre sono realizzati in pregiati marmi policromi, talvolta con preziosi intarsi, talvolta con raffinati bassorilievi; questi altari sono completati e abbelliti da colonne lapidee singole o binate, ora tortili, ora di stile corinzio, ora di stile composito, ora arabescate, chiuse da elaborate trabeazioni, cornicioni e timpani, interi e spezzati, di raffinata fattura.
Segue l’altare della Madonna Immacolata e quello di Cristo con le Anime del Purgatorio, ambedue le tele sono attribuite a Olivio Sozzi. L’abside ed il transetto della chiesa sono capolavori architettonici; due monumentali arcate con enormi colonne adornate di pregevolissimi bassorilievi racchiudono le due cappelle laterali, mentre in alto un prezioso cornicione sembra legare il transetto all’abside centrale. La Cappella di destra era dedicata anticamente al SS. Sacramento ed apparteneva alla omonima Confraternita; oggi è dedicata a San Giuseppe. Notevole l’altare e monumentale l’apparato barocco. Nell’abside centrale un bel coro ligneo settecentesco fa da cornice al pregiato altare maggiore marmoreo su cui troneggia un grande quadro di S. Nicolò di Mira del pittore palazzolese Paolo Tanasi. Nell’anti sagrestia una splendida credenza ottocentesca scolpita dai Costa e in sagrestia un prezioso “cassarizzo” del 1760 in radica di noce intarsiato con lega di metallo bianco. Preziose statuine coronano questo grande armadio che custodisce anche le “carte dell’archivio vicariale”.
Sempre nel transetto, tra l’altare maggiore e Cappella di sinistra, un prezioso altare marmoreo intarsiato è dedicato al Cristo alla Colonna. Antica e di pregio è la statua del Cristo. Poi la monumentale Cappella del Sacro Cuore e quindi gli altari della navata sinistra. L’altare marmoreo dedicato a S. Lorenzo con le settecentesche colonne di pietra scanalate ed arabescate con il pregevolissimo timpano spezzato ed una cornice ricamata nella pietra. Di buona fattura il quadro di S. Lorenzo.
Segue un altare ligneo con una tela settecentesca di Santa Rita, quindi l’altare marmoreo dedicato a Sant’Ippolito. Pregevole è la tela che rappresenta il Martirio del Santo, attribuita, ormai, unanimemente, a Pietro Novelli. L’altare marmoreo dedicato alla Madonna della Consolazione; è del XV-XVI secolo la bella rappresentazione pittorica su legno di Gesù Cristo in Croce mentre di periodo successivo sono le figure di Maria e Giovanni. Nell’ultimo altare il quadro della strage degli Innocenti, d’autore ignoto, ma di buona fattura. Nella chiesa si trovano riposti altri quadri provenienti da diverse chiese di Palazzolo. Da vedere il quadro di S. Domenico dipinto da Mario Mauri nel 1645, il grande quadro rappresentante la Sacra Famiglia, quello rappresentante S. Tommaso dipinto nel 1781, quello di S. Vito dipinto nel 1789, un quadro di Leonardo Trigila dipinto nel 1744 rappresentante una scena biblica, un quadro di Santa Maria del Soccorso proveniente dalla omonima chiesuola ormai sconsacrata, il quadro di S. Giuseppe e quello di Santa Filomena. Il pulpito della chiesa fu costruito nella seconda metà dell’800 dai Giuliano, scultori palazzolesi, assieme alla bigoncia, un artistico palchetto che dal pulpito si estendeva fino al pilastro laterale; da questa bigoncia, ormai scomparsa, i sacerdoti comunicavano con i fedeli in occasione degli esercizi spirituali o tenevano lezione ai giovani. L’organo è il più grande e monumentale di quelli delle altre chiese palazzolesi; attualmente versa in stato di abbandono.