Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di San Michele-Palazzolo Acreide
Anche se riedificata dopo il terremoto del 1693, la sua originaria erezione deve porsi fra il XV e XVI secolo. Il progetto della nuova chiesa e della facciata fu sicuramente disegnato da Giuseppe Ferrara capomastro-architetto che ebbe un’importante ruolo nella progettazione di diversi monumenti palazzolesi ricostruiti dopo il terremoto. E proprio Giuseppe Ferrara e mastro Antonino La Ferla completano la facciata della chiesa, almeno fino al primo ordine, intorno al 1720-22. La chiesa venne consacrata nel 1727 da papa benedetto XIII.
Mastro Antonino La Ferla completa anche il balatizzo e la balaustra dinanzi la porta maggiore nel 1731-32.
All’ esterno la facciata, priva di pregi architettonici, si eleva su gradinata e sagrato ed è semplice nei suoi due ordini; in corrispondenza del portale centrale, inserito tra due colonne in stile corinzio, si trova un’ ampia finestra ai lati della quale sono due nicchie a conchiglia. Il primo ordine della facciata della chiesa è un tipico esempio del barocco “minore”: essenziale, senza troppe pretese, ma magistrale nei belli intagli dei capitelli, dei pilastri, delle lesène, delle trabeazioni e dell’arme. Sulla sinistra è la torre campanaria con l’elegante campanile racchiuso da un’agile cupola. All’ interno la chiesa, a tre navate, ha gli archi laterali a tutto sesto e le colonne, di pietra bianca e a fusto liscio, con capitelli corinzi con foglie d’ulivo. Semplice come la facciata e come questa suggestiva per l’eleganza delle arcate, per i raffinati fregi e bassorilievi del cornicione.
Dietro l’ altare maggiore, ricco di marmi policromi e con un bel tabernacolo, situato in fondo alla navata centrale, è collocato il seicentesco quadro di S. Michele - dipinto da Antonino Bova prima del terremoto del 1693- il quale cela la nicchia contenente l'antica e pregevole statua, in legno, del santo, scolpita probabilmente alla fine del XVI secolo.
Lungo la navata destra si trovano quattro piccoli altari tra semicolonne binate poggianti su alti plinti, addossati al muro: gli altari di Maria Ausiliatrice e del Sacro Cuore, i cui rispettivi quadri sono stati dipinti dal Sac. Spadaio nel 1945.
Seguono l’altare della Madonna del Purgatorio e l’altare di San Michele con un ottocentesco quadro raffigurante “Gesù e Santi” di autore ignoto.
Se entriamo dalla porta piccola, posta sul lato sud della chiesa, scolpita da Matteo Travisi, altro capomastro-architetto palazzolese, troviamo, nella navata laterale sinistra, due altari anch' essi addossati al muro: un altare con un buon quadro di Antonino Manoli dipinto nel 1717 raffigurante San Simone, e l’altare dedicato al SS. Crocifisso. Nella sagrestia è conservato un pregiato armadio in noce, un raffinato crocifisso in avorio e un piccolo capolavoro in corallo ed alabastro raffigurante S. Michele che uccide il drago.