Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Grotte del fiume Platani-Castronovo di Sicilia
La contrada Grotte può essere annoverata ad una piccola Pantalica. Situate su di una modesta collina, le grotte trogloditiche si mostrano al visitatore con fascino e curiosità. Le grotte poste sulla collina presso le sponde del fiume Platani, possono ritenersi antiche abitazioni o necropoli di popolazioni preistoriche riconducibili al popolo sicano (VI sec. a.C.), facenti parte di quel patrimonio archeologico conosciuto come abitazioni trogloditiche. La prima perlustrazione scientifica, almeno in tempi recenti, risale al 1743 ad opera dello storico locale Vito Mastrangelo che descrisse come le pareti di alcune grotte mostrassero alcuni segni geroglifici, alcuni interi e altri in parte distrutti. In fondo alla grotta più grande, dove grondano gocce di acqua, germoglia una pianta denominata Capelvenere da cui la grotta prende il nome; in essa sono evidenti delle alcove scolpite nella roccia. Nello stesso anno il Mastrangelo perlustrò una grotta, oggi con l'ingresso otturato, denominata grotta di Annibale, che si trova in cima alla collina; al suo interno furono rinvenuti segni e simboli figurativi che consentirono allo storico di decifrarne il significato e che lo stesso Tirrito confermò: terra, aria, fuoco, vaso. Da un recente studio effettuato si pensa che in dette grotte di Capelvenere si venerava la dea TANIT.