Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di San Pietro - Marsala
La Chiesa di San Pietro a Marsala (oggi chiusa al culto) è inserita nell'omonimo Complesso Monumentale fondato dalla nobildonna Adeodata nel 595 d.C. trasformando la propria abitazione in monastero. La chiesa e il monastero di San Pietro hanno origine nel medioevo grazie al volere di una donna, Adeodata, che fondò nella propria casa un monastero di monache dedicato a San Pietro e ai santi martiri Lorenzo, Ermete, Pancrazio, Sebastiano e Agnese.
Sul finire del XIII secolo, con l'arrivo a Marsala dei padri Domenicani, il monastero subì un deciso ampliamento e vi fu aggiunta la Chiesa dedicata a San Pietro.
La facciata principale fu costruita nel 1569 ed è e presenta un ampio rosone a raggiera di balaustrine, inscritto in un ottagono, con il risultato di creare un bell'effetto di movimento e di alleggerimento della struttura. Il portale formato da lesene e semicolonne su alti plinti è sormontato da un frontone triangolare di evidente gusto rinascimentale, che imprime alla struttura un certo carattere monumentale, nel quale sono raffigurate le chiavi e la tiara, simboli di San Pietro primo papa reca la data della costruzione 1569. Il campanile a vela ha tre arcate. Su via Andrea D'anna è un coronamento a merli a coda di rondine e un portale (vecchio ingresso della chiesa) rinascimentale con il simbolo di pietro.
La pianta della chiesa è basilicale, a unica navata e con copertura a botte, suddivisa in tre parti: portico interno, definito da tre archi appoggiati su due colonne, sul quale è collocato il coro che presenta una balconata in legno e una inferriata settecentesca, aula centrale con 4 altarini (2 per lato) e abside quadrata.
L'interno della Chiesa custodisce pregevoli opere, tra le quali, a destra dell'ingresso, una elegante acquasantiera del 1583 di scuola gaginesca. Sulla volta della Chiesa si può ormai solo intravedere ciò che resta di un affresco del pittore trapanese Domenico La Bruna. Pregevole anche un dipinto raffigurante San Benedetto, datato 1631, rilevante opera del pittore lombardo Antonio Mariani, due candelabri in legno dorato del XVIII secolo ed un prezioso paliotto d'altare del XIX secolo, ricamato a mano con fili d'oro dalle suore del monastero. Sull'altare maggiore, infine, sormontato da una cupola semisferica, si trova una tela raffigurante i Santi Pietro e Paolo risalente al XVII secolo. Attiguo alla chiesa è l'ex monastero delle benedettine con la caratteristica specola (1583), una torre quadrangolare a doppio loggiato, con elegante balaustra e cuspide piramidale, dalla quale dietro le grate a petto d'oca, le monache di clausura potevano seguire senza essere viste le processioni. Nel cortile interno, che conserva parte del bel loggiato, si aprono gli ambienti del monastero tra cui il refettorio. Il monastero dopo decenni di abbandono, è stato ristrutturato e trasformato in un centro culturale che ospita: la Biblioreca Comunale "S. Struppa", il Museo civico(sezione risorgimentale garibaldina, archeologica e tradizioni popolari) il Centro Internazionale di Studi Risorgimentali e il centro Internazionale di Studi Fenicio-Punici e Romani.