Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello di Calathamet
L'insediamento di Calathamet sorgeva in zona Ponte Bagni, su una collina dominante l'antico snodo viario che collegava in senso Est-Ovest Palermo con Trapani ed in senso Nord-Sud Castellammare del Golfo con l'entroterra belicino. Incerta è la data di fondazione del sito, così come incerta è la data dell'abbandono. Eacute; da ritenere che alla distruzione di Segesta ad opera di Agatocle gli abitanti si siano dispersi e quindi nuovamente raccolti in più agglomerati tra questi, l'odierna Calatafimi a Sud, Calathamet a Nord, e non è da escludere ad ovest una qualche presenza nella zona poi occupata dal Castello d'Inici o in prossimità di questo, ed ancora rioccupando la stessa Segesta. Diodoro Siculo, e Strabone ne parlano in riferimento alle "Aquae Segestanae" chiamandole anche Aquae Pincianae e Thermae Segestanae in riferimento alla presenza nei pressi delle fonti di acque sulfuree, calde e curative, addirittura a detta di Plinio il Vecchio "Nec vero omnes, quae sint calidae, medicatas esse credendum sicut in Segesta Siciliae" ovvero "nè invero è da credere che tutte le acque, che siano calde, siano così medicamentose come quelle di Segesta in Sicilia". Le stesse acque sono ricordate negli "Itinerari" Antonini e nelleTabulae geografiche. Menzionato come Castello dei Bagni, Qal'at Hammah, ovvero Calathamet nell'XI secolo è un luogo fortificato, citato da Edrisi come una forte "rocca", e quindi da Ibn Gubayr come "grande paese" ed ancora le fonti letterarie ne parlano come "castrum", con chiesa (Santa Maria di Calathamet), un mercato, e popolazione araba di contadini, con ai piedi del sito dei bagni e dei mulini. D'altra parte la collocazione geografica , al centro di un vasto e fertile territorio, consentiva dal punto di vista produttivo una buona resa. Il Vito Amico nel Dizionario topografico dei Comuni Siciliani(Palermo 1855) lo definisce: "Casale Saracino oppresso da ruine, sotto Calatafimi, dove sono le acque termali di Segesta. Esisteva sotto i Normanni e leggesi dato dal conte Ruggiero al vescovo di Mazzara nel 1018 con diplomi di conferma di papa Pasquale II". Pur tuttavia nel XIII secolo non c'è più che un abitato residuale. Le campagne di prospezioni e di scavo effettuate nel tempo da più missioni franco-italiane tra gli anni 80' e 70' hanno permesso di riportare alla luce ed in parte di permettere con limitati interventi di restauro, la conservazione di quanto scavato. In particolare i rapporti di scavo pubblicati su importanti riviste nazionali ed internazionali parlano dell'individuazione di due parti; a Sud Est la zona castrale, a Nord Ovest un abitato rustico. In particolare è stato individuato un palazzo, con sale a volta. L'analisi stratigrafica ha permesso agli studiosi di determinare tre successive fasi nella storia dell'edificio. Le dimensioni di tale edificio sono di circa 16,80 x 19,20 ed è diviso in tre sale le quali erano all'epoca ricoperte con volte a botte. Una cappella ad unica navata addossata al palazzo, è costruita su una cisterna. Gli studiosi propendono per una costruzione al XII secolo sia del palazzo che della cappella di Calathamet, una successiva distruzione al tempo delle guerre federiciane, e una rioccupazione militare al XIV secolo