Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello Grifeo
Discesa Peccatori
Il castello Grifeo è un edificio medievale collocato sulle pendici di una collina su cui si è poi sviluppato il paese di Partanna. E' uno dei castelli della Sicilia occidentale meglio conservati e, dopo i restauri del 2003 e 2007, è usato come sede di eventi culturali.In origine il Maniero non aveva l'aspetto che oggi presenta al visitatore in arrivo dall'autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo.
Non ci sono dati certi sull’edificazione del castello, a causa della scarsa documentazione; il suo primo nucleo potrebbe comunque essere stato formato da una preesistente torre di guardia normanna.Da quando il Gran Conte Ruggero il Normanno espugnò Partanna nel 1076 ponendo fine al locale dominio musulmano, la Fortezza è diventata residenza e simbolo del potere della Famiglia Grifeo alla quale appartenne fino al 1890. All'inizio della dominazione araba, il piccolo complesso urbano di allora (che ha dato origine all'attuale cittadina) fu dotato di due torri di guardia: una trasformata in campanile della chiesa del SS. Crocifisso (dove oggi si trovano i resti della Chiesa del Purgatorio) e l'altra inglobata nel castello edificato poco dopo.
La prima testimonianza sul castello risale a un documento del 1355 in cui si cita un “castrum Partannae cum habitatione", cioè il castello di Partanna con il suo centro abitato; nei documenti precedenti Partanna era definita solo come casale. La costruzione può essere verosimilmente attribuita al barone Giovanni IV Graffeo.
Il castello, grazie alla sua posizione, dominava sul versante del fiume Belice e su tutto l’abitato medioevale, circondato da mura; oggi, in seguito all’ampliamento urbano, domina soltanto sui piccoli quartieri posti sulla parte sud-occidentale della collina del Cozzo Rizzo. Nel 1374 il castello accolse il re Federico III ospitato dal barone Benvenuto Graffeo, figlio del barone Giovanni IV Graffeo.
Nel Settecento, quando da castello feudale divenne residenza baronale, l'edificio subì profonde trasformazioni (soprattutto all’interno), conservando però elementi architettonici di tipo difensivo, quali torri e merlature, la cui funzione era ormai solamente decorativa. Anche le sale subirono trasformazioni e furono arricchite con affreschi, dei quali soltanto uno è ancora oggi visibile.
Nel 1890 il castello fu venduto dalla famiglia Grifeo al barone Adragna di Trapani che risistemò, intorno al 1898, la parte antistante al castello e creò un belvedere che prese il suo nome.Nel XX secolo fu una delle rare costruzioni a resistere durante il terribile e distruttivo terremoto della Valle del Belice (1968).
Dal 1991 il castello è sotto la custodia della soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Trapani che ha reso i locali idonei ad ospitare il museo civico della preistoria.
Oggi questa è fra le fortezze meglio conservate della Sicilia Occidentale. Ha pianta rettangolare a corpo triplo con cortile interno, coperture a tetto a falde con travi lignee e tegole, murature in conci di tufo, in pietra e taio, pavimenti in ceramica e terracotta. L’edificio è nel complesso una costruzione caratterizzata da torri e merlature: alcuni merli sono di tipo “guelfo”, cioè a forma di parallelepipedo e le sue mura sono spesse, realizzate con pietre tenute insieme da malta pozzolanica (tufo di colore grigiastro).
Il castello nella sua struttura esterna presenta:
- a sud-ovest il prospetto principale con due ali simmetriche avanzate a forma di torre e collegate da una cortina. Al centro di questo prospetto si apre un portale strombato sul quale si trova una piccola torre difensiva (bertesca) con una feritoia che consentiva l’introduzione di un arco.Ai lati del portale ci sono quattro finestre architravate, due per lato, incorniciate da pietre squadrate; merli guelfi completano la simmetria del prospetto.Al primo livello sono presenti cinque aperture a forma di arco acuto; il livello è completato da merli guelfi. Il secondo livello presenta al centro una specie di torretta rialzata con coronamento merlato;
- a nord-ovest una bertesca con caditoia e nell’angolo una piccola torre con basamento a scarpa. Questo lato era originariamente l’ingresso principale del castello.
- a nord-est un portale a bugne con disposizione a raggiera, in stile tardo- manieristico, completato nella parte superiore da merli rettangolari. La costruzione del portale fu voluta nel 1658 dal principe Domenico Grifeo per assecondare lo sviluppo urbanistico verso nord e, oggi, è l’ingresso principale del castello.
- orientato a sud-est, il quarto lato del castello che si affaccia su un giardino a terrazze; questo lato è visibile solo da una via secondaria che lo delimita.
Internamente il castello si sviluppa su un piano terra e un seminterrato.
Dal portale del lato nord-est si accede al cortile interno a pianta rettangolare che consente, poi, di accedere ai vari ambienti; una scala coperta collega, invece, il cortile con il giardino collocato a un livello inferiore. Un altro ingresso, su cui è collocato lo stemma della famiglia Adragna, introduce nei locali baronali e un terzo ingresso (centrale), invece, sormontato dallo stemma Grifeo, dà accesso al salone più importante dell'edificio detto anche "sala delle armi".
Questo salone, che un tempo era usato come sala banchetti, è caratterizzato:
- da un arco a tutto sesto che divide il locale in due zone
- da pavimentazione in ceramica tipica del Novecento
- da volte a schifo
- da una porta a vetri in stile liberty .
Lo stemma dei Grifeo fu opera di Francesco Laurana artista che ha vissuto dal 1420 al 1503. Laurana ha qui soggiornato nel 1468 ed è stato l'autore delle statue che ornavano la vasta area a giardino del Maniero, opere uniche scomparse ormai da tempo. Si trattava di 13 sculture, una raffigurante Giovanni I Grifeo, capostipite della Famiglia in Sicilia.
Analizzando il lato Nord è da ammirare il portale bugnato di ispirazione manieristica. Fu commissionato dal Principe Domenico Grifeo nel 1658 proprio come scenario principale per il nascente Corso principale di Partanna, l'attuale via Vittorio Emanuele, che si sarebbe inoltrato nel cuore di Partanna, dallo stesso Castello alla Chiesa della Madonna delle Grazie.
All'interno del salone centrale è da ammirare un affresco del 1777 che raffigura 3 cavalieri cristiani durante la battaglia di Mazara. In primo piano è affrescato il re Ruggero II mentre sta per uccidere l’arabo Mokarta e, al suo seguito, uno dei due cavalieri è identificabile con Benvenuto II Grifeo barone di Partanna. Il mare e un castello, quello Grifeo, fanno da sfondo all’affresco.Le figure e il testo che compare sullo scudo di Giovanni I Grifeo, raccontano dunque le origini dell’intitolazione del Feudo: lo stesso Giovanni I salvò il Gran Conte Ruggero durante un duello contro il condottiero arabo Mokarta. L’investitura ufficiale con il titolo di Barone fu confermata nel 1137 in favore di Giovanni II Grifeo ad opera di Re Ruggero II.
Sempre nel Salone centrale, compare un piccolo sportello che si apre in un ambiente angusto che si vorrebbe identificare con la "Cella della monaca" dove, pare, vivesse rinchiusa per voto una religiosa appartenente alla Famiglia. In verità, la leggendaria Cella e quindi i resti della monaca o della sua presenza, non sono mai stati ritrovati.
Nel salone delle armi è stata allestita una pinacoteca costituita da pale d’altare provenienti da alcune chiese distrutte; tra queste un polittico della Madonna del Rosario del 1585 ad opera del fiammingo Simon de Wobreck. In questa pala il volto dei Santi e della Madonna raffigurati sono stati rovinati e volutamente non ripristinati da un successivo restauro.
Accanto al salone principale si trova la sala da pranzo collegata al giardino tramite una scala esterna.
Nel giardino vi sono gli ingressi che portano ai locali sotterranei:
- le scuderie con volte a botte e caratterizzate da cunicoli sotterranei che si presume collegassero il castello ad altri edifici dell’epoca (oggi sono utilizzate come sale conferenze);
- le cantine dove si trovano le botti costruite in situ in noce di Slavonia e gli antichi torchi per la produzione dell’olio e del vino.
In alcuni locali delle cantine è allestito un museo etno-antropologico costituito da strumenti e arnesi della civiltà contadina.
Nelle cantine si trovano delle enormi botti che servivano per la conservazione del vino e, fino a qualche anno fa, due carrozze. Sempre a livello dei sotterranei, vari ambienti e celle, una fossa scavata nella roccia per conservare il grano e un lungo cunicolo che passando sotto le mura della fortezza, porta verso l'esterno. Il percorso sotterraneo è ancora da esplorare completamente.
Adesso il maniero, oggetto di un intervento di riqualificazione da parte della Regione Sicilia , ospita dal 2007 al suo interno il Museo della Preistoria del Basso Belice un sito museale unico nel suo genere che presenta varie sezioni: da quella archeologica a quella etno-antropologica e storico-artistica ripescando quindi fra il grande patrimonio dei resti dell'età del bronzo/eneolitico, un ricco patrimonio di opere e documenti del periodo Grifeo e dell'altrettanto vasta tradizione contadina e vitivinicola. La collezione esposta consiste in vasellame, zanne di elefanti, scheletri umani, asce e bicchieri campaniformi.
L'ultimo momento di gloria risale al 1941 quando il Castello fu visitato dal Principe ereditario di Casa Savoia, Umberto.
Orario visite:
Escluso il lunedì, tutti i giorni, domeniche incluse
dal 1° ottobre al 30 aprile: ore 9.30 - 12.30 e 15.30 - 18.30
dal 1° maggio al 30 settembre: ore 9.30 - 12.30 e 16.30 - 19.30 Il Castello rimane chiuso il lunedì e nelle seguenti festività: 25-26 dicembre, 1 gennaio, la domenica di Pasqua e il 15 agosto.
Infoline: tel. 0924.923571