Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Museo Civico Belliniano
Il Museo Civico Belliniano è collocato al primo piano di Palazzo Gravina-Cruyallas in piazza San Francesco, una delle tante nobili residenze dei Principi di Palagonia, edificata originariamente sulle rovine dell'antico Odéon e del Teatro Greco, proprio nella piccola casa in cui Vincenzo Bellini nacque il 3 novembre 1801 e trascorse i primi sedici anni di vita. L'edificio fortemente danneggiato durante il violentissimo terremoto dell'11 gennaio 1693, ancora oggi mantiene la sua magnificenza e bellezza artistica sia nel prospetto esterno sia nel cortile, dove troviamo una pregevole loggia che richiama lo stile del famoso architetto Giovanni Battista Vaccarini. I coniugi Bellini, Don Rosario, maestro di cembalo, e la moglie Agata Ferlito, vi abitarono fin dal giorno del loro matrimonio avvenuto il 17 gennaio 1801, e sino a quando la famiglia, divenuta numerosa con ben sette figli, dovette lasciare l'appartamento.Nipote di Tobia Bellini, Vincenzo fu direttore d'orchestra e compositore nonché enfant prodige capace di comporre musica a soli sei anni.
Nell'ottocento, quando i catanesi erano impegnati a risolvere il problema della traslazione delle spoglie del grande maestro morto a Parigi, nonostante il forte desiderio, fu sospesa per un p ò, la volont à di acquistare la casa in cui l'amato musicista era nato. Dapprima fu apposta una lapide sull'esterno dell'abitazione eseguita dallo scultore catanese Carmelo De Stefani nel 1871, il poeta Mario Rapisardi sugger ì l'epigrafe. Successivamente quando si fece pi ù urgente il bisogno di acquistare la casa per farla diventare Monumento Nazionale, il comune di Catania non aveva i fondi per farlo. Solo verso il 1922, durante il regime fascista, il Real Circolo Bellini di Catania istituì un Comitato presieduto da Di Stefano Giuffrida e poi da F. Anastasi, che raccolse fondi per unirli a quelli ottenuti mediante la sottoscrizione promossa dalla "Tribuna" di Roma. Nel 1923,infatti, Il Circolo Artistico Catanese inizi ò la pubblicazione della rivista "Siciliana", in cui si incitavano i Siciliani a dare il loro contributo per sostenere l'iniziativa; un articolo analogo apparve anche su un altro giornale, "La Tribuna" di Roma, per aprire una sottoscrizione nazionale. La raccolta di denaro fu completata con successo nel 1924, la somma necessaria per l'acquisto fu superata ampiamente. Fra i primi sottoscrittori vi furono il ReVittorio Emanuele III,che vers ò una quota per l'acquisto, Mussolini e tutte le più alte personalità della politica, dell'arte e della letteratura.
Il Decreto del 23 novembre 1923 dichiarò Monumento Nazionale la casa di Bellini. Difficoltose pratiche ritardarono l'attuazione del Museo, fino a che l'interessamento di Antonino Grimaldi determinò, con l'incarico a Benedetto Condorelli, la costituzione. La casa divenne museo il 5 maggio 1930 alla presenza di Vittorio Emanuele III. Dal 1950 al 27 luglio 1968 il Museo fu diretto da Francesco Pastura, autore della monografia belliniana Bellini secondo la storia (Guanda, Parma 1959).
Il Museo prevede una sistemazione organizzativa in cinque ambienti diversi, situazione che permette di conoscere l'iter formativo e produttivo del più noto tra i musicisti catanesi la cui opera fu di grande rilievo nel panorama musicale europeo ed in particolare nell'evoluzione del melodramma ottocentesco.
Il museo, che occupa tre stanze e due piccoli vani, è organizzato cronologicamente: l'appartamento è occupato per intero da cimeli che ripercorrono la vita del Bellini e della sua famiglia. Esso contiene dipinti, stampe, libri, documenti, cimeli, busti, manoscritti autografi, spartiti originali, un clavicembalo, una spinetta, due pianoforti e la maschera mortuaria del compositore. Una raccolta iconografica illustra i vari periodi della vita di Bellini nei diversi luoghi dove si svolse la sua carriera: da Catania a Napoli, da Milano a Palermo, da Londra a Parigi. Di particolare interesse la raccolta di autografi belliniani, tra cui numerosi abbozzi. La visita degli ambienti è possibile solo se si è guidati, questo perché la disposizione degli oggetti e dei manoscritti non è di facile decifrazione.
Nella sala di ingresso troviamo:
- l' Apoteosi del Bellini di Michele Rapisardi.
- Modelli scenografici che rappresentano le dieci opere composte da Bellini.
La prima stanza, denominata "Sala A", permette di visionare:
- alcune stampe raffiguranti Catania al tempo in cui visse il compositore [1800];
- alcune delibere del governo della città a favore del musicista:
dalla borsa di studio di 36 onze annuali che gli permise di studiare a Napoli, fino alla costruzione di un monumento dedicato al musicista; - una scultura di Bellini di Salvatore Grimaldi;
la seconda ("Sala B"), la dove si trova l'alcova dove nacque il Bellini, riguarda:
- alcuni cimeli appartenuti allo artista ( due preziosi orologi, alcune piccole posate, due calamai, fazzoletti, spille d'oro, due belle miniature della cantante Maria Malibran, interprete prediletta del compositore.);
- ritratto a stampa di Girolamo Bozza;
- un clavicembalo di propriet à di un cugino dell'artista, utilizzato da Bellini nel 1832 per eseguirvi la "Norma";
- Una bella raccolta di immagini del Maestro.
- Busto realizzato a pochi mesi prima della morte del musicista, opera di Jean Pierre Dantan.
- Una vasta documentazione originale sul decesso di Bellini a Puteaux, in Francia:
* stampa e fotografia della villa della famiglia Levys, dove il compositore mor ì l'atto di morte;
* il referto medico dell'autopsia;
* una copia della pagina del registro civile di Puteaux con l'annotazione del decesso..
- Lettera autografa di Rossini che annunciava la scomparsa del musicista.
- Ritratti dei Duchi di Sammartino.
- Due tappeti ricamati da Giuditta Turina, amante del compositore.
- Maschera di cera con calco del volto di Bellini.
La terza stanza ("Sala C"), dove si pensa fosse in origine la camera da letto, offre la possibilità di ammirare delle iconografie riguardanti vari periodi della vita di Bellini ed in particolare:
- un pannello dedicato al periodo catanese (1801-1819).
- un pannello dedicato al periodo napoletano (1819-1827).
- un pannello dedicato al periodo milanese (1827-1833).
- un pannello dedicato al soggiorno palermitano (1832).
- un pannello dedicato al soggiorno londinese (1833).
- un pannello dedicato al periodo parigino (1833-1835).
- una spinetta utilizzata dal nonno del compositore, Vincenzo Tobia.
- un pianoforte verticale inglese adoperato dal fratello di Bellini.
La successiva stanza ("Sala D") è forse la più importante perchè raccoglie numerosi manoscritti musicali autografi: musiche sacre e profane degli anni giovanili dal 1811 al 1819, lavori realizzati nel periodo di studi napoletano.Notevole è anche il pianoforte a tavolino.
Di grande interesse anche le partiture di Adelson e Salvini, dei Capuleti e Montecchi, della seconda edizione dei Puritani frammenti di Ernani.
Nell'ultima stanza del Museo("Sala E"), un tempo probabilmente la cucina dell'abitazione, sono esposti alcuni oggetti legati alla traslazione della salma di Bellini, evento avvenuto nel 1876 da Parigi a Catania. Si tratta della bara, una maschera mortuaria del Dantan, fotografie e riproduzioni della cerimonia. Altri cimeli sono stati acquisiti al museo nel corso degli anni, come un fortepiano appartenuto al musicista, una lettera di Giulietta Pasta, una di Giuditta Turina, con cui il compositore allacci ò una tormentata relazione amorosa e una di Giovanni Pacini, oltre ad una partitura della "Sonnambula".
Il museo dispone di una piccola biblioteca, di una raccolta discografica e di una videoteca, contenente materiale utile per ricerche e studi specifici su Vincenzo Bellini.
Nome: Museo Civico Belliniano Indirizzo: Piazza San Francesco d'Assisi 3 95100 Catania Numero di telefono: Tel: 095/7150535 Giorni di apertura: Da Luned ì a Sabato 9.00 - 13.00. Martedì e giovedì anche il pomeriggio dalle 15,00 alle 18,00.Domenica e Festivi 8.30 - 13.30