Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello di Prizzi - Castrum Piricii
Il castello di Prizzi fu probabilmente edificato nel 745, quando la Sicilia, che era sotto il dominio bizantino, fu minacciata dalle incursioni musulmane.I Bizantini decisero allora di proteggersi dall’imminente attacco dei musulmani dei costruendo dei castelli e fortilizi a difesa dei loro casali. Pertanto l’imperatore Costantino V Capraino ordinò la costruzione di un castello a Prizzi in quanto per la sua posizione strategica diventava un’eccellente stazione ricevente e trasmittente per segnali di fumo e di fuoco. Il castello non comprendeva un palazzo e infatti la casa baronale era ubicata nell’attuale piazza, ma era costituito dal mostio, dimora ordinaria del castellano, e dalla cinta muraria.Nel castello insieme al castellano vi abitava il vice castellano, lo scudiero, i soldati, il cappellano e il vice cappellano; costoro erano seguiti dalle loro famiglie cristiane ed edificarono anche una cappella per la celebrazione della messa e dei sacramenti. Il castello funzionò principalmente da vedetta e da semaforo della valle del Sosio.Forte della sua posizione, rapidamente attirò un notevole numero di gente, che abitavano nei casali circostanti apportando una forte resistenza all’invasione musulmana. I saraceni edificarono altre due torri, adibite poi come campanili: uno presso la Madre Chiesa, l’altro dove oggi si trova la Chiesa di Santo Antonio. Oggi di questa fortezza,ricostruita probabilmente da Matteo Bonello e definitivamente ristrutturata dai Chiaramontani, ne rimangono soltanto i ruderi. Da queste tre torri, alte circa trenta metri, ebbe origine lo stemma di Prizzi, dove è raffigurato anche un saraceno a guardia.
Posto sul crinale del monte ove sorge l’abitato, ha uno dei lati lunghi sullo strapiombo. Domina su un’ampia zona e comunica con Vicari, Caccamo, Caltabellotta e Cammarata, a guardia di importanti vie di comunicazione e di un vasto territorio solcato da fiumi. L’abitato si sviluppa a quota inferiore ed era separato dal castello da un dislivello formante trincea, oggi non più percepibile perché occupato da case.
L’aspetto complessivo del castello, difficile da leggere dall’interno del paese, risulta più chiaro quando si guardano il sito e le rovine dala strada proveniente da Campofelice di Fitalia. Sullo strapiombo si affaccia un lungo muro continuo, scandito da setti aggettanti. E’ nettamente visibile un corpo torreggiante, che presenta due lati a spigolo, definenti una torre pentagonale. Il castello doveva presentarsi come un corpo rettangolare serrato verso l’esterno e rinforzato da torri poste lungo il fronte rivolto al paese. All’interno era diviso in più cortili e di questi è leggibile, anche se ridotto nelle dimensioni, quello detto dei Greci di cui rimane, arretrata e difesa da due corpi avanzanti, la grande porta di accesso con arco ribassato e passaggio voltato con cardini in pietra. Rientrante rispetto alla via Castello, per le case che le si sono addossate contro, rimane una torre; ha orientamento sud-ovest e in origine era posta in angolo. Costruita con pietre sbozzate, sovrapposte per filari, ha strette feritoie strombate e segni di due soppalcature lignee. Il muro ha uno spessore di cm 100. Il lato nord-est presenta uno squarcio in verticale che ha consentito l’utilizzo dell’area come discarica. Ampliamenti sono stati effettuati, stando ai caratteri tipologici e stilistici, tra la fine del XIV e il XV secolo, verso il quartiere della Matrice, posto più in basso. Lo stato di conservazione è pessimo.
La prima menzione del castello è fornita da Idrisi, che ricorda Prizzi come hisn “di bel sito e molta fortitudine”, con un borgo (rabad), nel 1150 ca. Due fonti, del 1161 e 1199, lo menzionano come castrum, mentre nel XIIsecolo risulta essere un feudo della famiglia Bonello. Nel 1155 Mattia Bonello è ricordato come signore di Prizzi (P. Collura, scheda inedita dattiloscritta su San Michele Arcangelo di Prizzi). Ancora nel 1355 è ricordato come castrumPiricii; dal XIII al XVsecolo si avvicendano nella signoria di Prizzi i Maletto, i Chiaramonte, i de Apulia, i Villaraut.
Bibliografia
P. Campagnia, Cenni storici e tradizionali del Comune e dintorni di Prizzi, Palermo 1923.
A. Milazzo, Storia di Prizzi, Palermo 1959.
M. T. Marsala, Prizzi, Palermo 1985.
F. Maurici, Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai Normanni, Palermo 1992. Castelli medievali di Sicilia, guida agli itinerari castellani dell’isola; Regione Siciliana Centro Regionale per l’Inventario la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali.