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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Torre del Salto di Angio-Aragona

Torre del Salto di Angio-Aragona




A soli 12 km da Aragona si erge la famosa Torre del Salto D'Angiò, detta, in gergo. "a Turri". Dalla forma rettangolare, inglobata in un casale costruito sul finire del XVIII sec. dalla famiglia Morreale, è sita su un banco di arenaria e si affaccia sulla vallata del feudoMuxaro e del fiume Platani.
Secondo una breve ricostruzione storica, nel 1240 Federico II, dopo la morte del vescovo Ursone, ordina ai canonici agrigentini di dargli un successore nella persona di Raimondo D’Acquaviva. Nel 1305, sotto il pieno dominio Angioino, Bertoddo, “vescovo di Girgenti" dispone sia fatta un'inquisizione intorno al Massario.
Sempre nel 1305 Francesco da Todi, beneficiato del Massario con il consenso del vescovo Bertoddo, non potendo sostenere spese di quel luogo, lo dà al magnifico Giovanni di Chiaramonte, in cambio del castello di Morgidiar ed altri beni.
Il Manco, nel “mobiliare di Sicilia”, parla di una famiglia Chiaramonte di origine normanna, la quale si dice aver avuto, fra tanti possedimenti, il feudo di Muxaro. Il Manco sostiene inoltre che tutti i beni di Manfredi di Chiaramonte passarono ad Andrea Chiaramonte, il quale si batté tenacemente contro l’invasione della Sicilia da parte del Re Martino, organizzando la resistenza nelle zone di Castrofilippo.
Manfredi III morì nel 1391, lasciando in eredità le sue sostanze alla figlia. Andrea Chiaramonte fu fatto prigioniero con l’inganno e venne decapitato nell’anno 1392 di fronte allo Steri di Palermo. Questo avvenimento segnò la fine di Chiaramonte in Sicilia. Tutti i beni della famiglia furono confiscati dalla corona. Lo stesso re Martino e la regina Maria concessero il feudo a Filippo de Merino, a lui successe il figlio Ruggiero.
Dal 1750, parte dei feudi di Muxarello e Cantarella sono stati proprietà della famiglia Morreale. Don Biagio Morreale comprò la baronia di maccalube nel 1764 dal principe di Aragona: Baldassare Naselli.
Dopo la morte di Don Biagio Morreale, il figlio Giuseppe I ereditò i beni compresa la torre “normanna” sita nel feudo Salto D’angiò. Oggi, la Torre, sebbene manifestazione di un enorme patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale, sembra sia stata oggetto di ripetuta indifferenza negli anni da coloro i quali avevano ed hanno il dovere morale di tutelarla.
Un discreto gruppo attivo di giovani aragonesi, si sta attualmente occupando di rivalorizzarne l'importanza, creando incontri di discussioni e proposte concrete, nel tentativo di riportare in luce un simbolo degno di importanza della nostra cultura.
Uno dei tanti obiettivi da raggiungere è quello di rendere la Torre Del Salto D'Angiò una meta di forte attrazione turistica del territorio aragonese. In attesa di ciò, un sentito incoraggiamento alle autorità incaricate e a chi sta lottando con estrema caparbietà per riuscire negli intenti.




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