Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello dei Settimo Calvello
In provincia di Ragusa furono censiti 64 castelli, di cui due trovansi nel territorio di Giarratana. Il primo sorgeva nell'antico borgo di “Ceratanum” distrutto dal terremoto del 1693 ed il secondo in cima all'attuale sito. Il Castello della famiglia dei Settimo di Fitalia fu una delle prime costruzioni sorte in cima all'attuale centro abitato di Giarratana. Quando i giarratanesi superstiti al terremoto del 1693, decisero all'unanimità di ricostruire il nuovo paese a circa 4 chilometri più a sud, su una collina denominata “POJO DI LI DISI”, i Settimo, in cima a tale collina, posero la prima pietra del loro palazzo baronale: 24 marzo 1703.
In effetti, dopo un decennio dal terrificante sisma, Don Girolamo Settimo Calvello, volendo fare un regalo al figlio Traiano, fece costruire un grande palazzo sulla cima della collina che ospitava il nuovo abitato. Pur essendo rimasto incompleto, si presentava come una vera e propria fortezza, dalle strutture colossali molto simili a quelle della Chiesa Madre.
All'interno del castello piccole stanze si alternavano a splendidi saloni adornati da pitture ed affreschi con scene di costumi familiari, scene di battaglie, di caccia e paesaggi di campagna. Secondo la tradizione il castello era dotato di prigioni. Le scuderie dovevano trovarsi nella parte posteriore del palazzo. In questo castello dimorarono, ma sempre saltuariamente, i marchesi Traiano, Ruggero, Girolamo e Pietro. Alla morte di costui, nel 1865, la corte Marchionale si stabilì a Palermo. Così il castello fu abbandonato e cominciò lentamente a decadere. Nel dopoguerra le sue strutture furono oggetto di riutilizzo nella costruzione di nuovi edifici, o nel restauro di edifici danneggiati. Oggi di quel grande castello di non poca eleganza non c'è rimasto che un ammasso di macerie.
Come in ogni castello signorile anche il castello di Giarratana ha le sue leggende. Si racconta che i Settimo Calvello, prima di partire definitivamente a Palermo, abbiano nascosto all'interno di una grotta vicino al castello un immenso tesoro fatto di armature e forzieri pieni di monete d'oro. Questa leggenda, che ci fa capire quanto i Settimo fossero ricchi, ha alimentato nel corso del tempo la fantasia dei giarratanesi, grandi e piccini, che si sono cimentati nella loro ricerca. Oggi i luoghi del castello sono diventati lo scenario della grotta del suggestivo Presepe vivente che viene allestito ogni anno a Natale.
Notizie storiche
Lo storico Vito Amico, nel suo Dizionario Topografico della Sicilia a pag. 503, vol. I, edito a Palermo nel 1855, così scrisse: “nel novello paese, primo ed ammirabile il palazzo baronale di non poca eleganza e grandezza”; passato al rango di castello, diviene roccaforte dei Principi di Fitalia. Antonio dell'Agli, storiografo locale, nel 1886, nel suo volume Ricerche storiche di Giarratana a pag. 166 paragrafo 3, così scriveva: “ne è inferiore per ispesa e senso artistico l'incompleto Castello, oggi in parte diruto per economica speculazione dei censualisti del Settimo. E' un fabbricato colossale, fra le cui macerie osservansi tuttavia delle colonne, dei grandi vestiboli, qualche balcone tracciato alla romana e delle muraglie coperte di nero e verde muschio. è bella anche la sua posizione, per la quale i quattro venti principali si frangono alle quattro cantonate, poste in direzione del Greco, dello Scirocco, del Libeccio e del Maestro..."