Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Festa delle Milizie
La Festa della Madonna a Cavallo o Battaglia delle Milizie si tiene solitamente l'ultimo sabato del mese di maggio durante il quale si venerano ancora oggi un dipinto settecentesco e una statua che raffigura la Vergine con la spada in pugno e corazza addosso, su un bianco cavallo rampante bardato a guerra.
La Festa è una sacra rappresentazione della vittoria dei Normanni sui Saraceni guidati dall'emiro Belcàne intorno all'anno 1091 (quindici giorni prima della Pasqua) per opera del Gran Conte Ruggero d'Altavilla, conclusasi con la liberazione di Scicli dal dominio saraceno.
Si narra che la battaglia finale fu vinta dai Cristiani per l'intercessione della Vergine Maria che armata di spada, scende dal Cielo in groppa ad un Bianco Cavallo a difesa di Scicli; evento che determinò la decisione di Ruggero di far costruire una chiesa in onore della Madonna delle Milizie.
Il momento più atteso è la rappresentazione teatrale della moresca, in cui vengono ricostruiti i luoghi della battaglia e dove attori in costume d'epoca, ripercorrono i momenti salienti dell'evento.
La rappresentazione vede fronteggiarsi gruppi di Turchi (i Saraceni) contro gruppi di Cristiani (i Normanni), pronti a darsi battaglia su un grande palco in piazza Italia. Dopo lunghe trattative sul controllo del territorio, si addiviene ad una battaglia. La Battaglia simulata si conclude, quindi, con l'intervento miracoloso della Madonna guerriera, che libera la città dall'assedio straniero.
L'episodio, ovviamente, non è confermato, nè trova riscontro con quanto si sa di quel periodo. Belcàne non è personaggio riconoscibile: la data dell'avvenimento esclude l'identificazione di Belcàne con Belcho o Belcamuer (Ibn al-Hawwas), in quanto quest'ultimo morì in combattimento nel 1064. Il nome Belcàne potrebbe essere accostato a quello di Benavet (forse un Ibn'Abbad), ultimo campione della resistenza musulmana.
Azioni piratesche ed assalti barbareschi, verificatisi con molta frequenza nel secolo XVI, potrebbero essere all'origine della tradizione popolare e la festa, annessa a una fiera importante, ha avuto una tradizione ininterrotta. Risale al 1933, a cura di Giuseppe Pacetto Vanasia, il "copione" in lingua della "sacra rappresentazione", che venne poi ristampato nel 1950 e che attualmente si rappresenta.
La Festa delle Milizie è anche oggi arricchita da una grande fiera, dalla processione della statua della Madonna e dal pellegrinaggio fino al Convento delle Milizie dove, pare, apparve la Madonna in aiuto dei normanni.
Durante i giorni della festa si svolgono manifestazioni collaterali come la Sagra delle Teste di Turco, dolce tipico sciclitano per eccellenza, con evidente riferimento proprio alla battaglia che ispira la festa, ed eventi duranti i quali è possibile degustare prodotti tipici.
Maggiori informazioni
Sito Comune di Scicli
Documenti sulla Madonna delle Milizie
Memoria Storica trovata nell'archivio del Castello Triquestre di Scicli
"Anno Domini nostri Jusu Cripti MXCI tempora quadragesime vinni in la marina di li Michenchi ora dicta Donnalucata lu barbaru Ammiru Belicani Saraxino cum un maniu exercitu per dixtruiri omni quilli fidili Kriptani et la nostra yxula et lu barbaru cani nun chi riuxiu chi lu populo di Xicli si moxy tuctu et si armau et accursi per costringherlo et farilo fughire a quillo barbaro infidili ma videndo lo numiro di infidili grandi assai se prestraro cum la fachia per terra e prigando nostro Seniuri Jesu Cripto et Maria Vergine de la pietati che chiamaru per darichi fortia et corajo per dischiachare li barbari saraxini et illo et statim videro in lo Chelo una nugola che isprindea ut solis cum dintra la Vergina Maria cum brandus in dextera et chi rintronava a lu sou populo eu adsum ecce me Civitas dilecta protegam te dextera mea xi levaro di terra di un subito et videro lo exerxitu di li Normandi ut velociter aquile per ajutarli et uniti tucti si moxiro ut ulminem supra quilli infidili et li dixtructiru et fu tali la confugione et lo spavento che si uchisero ipsi stipsi ut more cane idrofobis durau la punia quasi per un jorno et di poi li xanti xakerdoti cantaru Tedeum laudanus et lo Magnificant accompaniati de lo exerxito et di lo populo et la nocti tucti li Normandi et tucto lo populo si rixtaro in lo dictu locu per prigari et ringratiari a Dio et Maria Vergine chi li salivau de lo ecchidio di li infidili la matina si aritruau lu campo cum immenso numero di morti et li barchi di li infidili tucti fuguti et de poi si ringratiau lu grandi Diu et Maria Vergine et si chiamau di li pij Santi xaxerdoti Sancta Maria Militum prosciclensibus et si stabileu farichi la fexta omni anno in lo jorno Sabato prechedente a la domenica di paxioni jorno sollenni di la punia et cusì fu liberata la nostra Terra per sempre amen".
CLEMENTE XII
P.O.M.
Decreto sella Sacra Congregazione dei Riti
Nel 1736 la Sacra Congregazione dei Riti decise che la festa di Maria Santissima delle Milizie, un tempo festa mobile, dovesse essere celebrata il Sabato prima della Domenica di Passione.
Decreto della Sacra Congregazione dei Riti per la recita dell'Ufficio e della Messa, come sotto, nel Sabato prima della Domenica di Passione di qualsivoglia anno da parte del Clero della Città di Scicli in memoria della Santissima Vergine denominata della Milizia o delle Milizie, volgarmente delli milici, dato a Roma il giorno 10 marzo 1736, presentato ed eseguito a Palermo il giorno 5 Marzo 1737, a Siracusa il 18 Dicembre 1737 e a Scicli il 30 dello stesso mese e anno. (La Chiesa) Siracusana Essendo stato esposto da parte del Capitolo e del Clero della Città di Scicli della Diocesi di Siracusa che ogni anno il Sabato prima della Domenica di Passione si celebra con solenne magneficenza e devozione di popolo la festa di Santa Maria Militum volgarmente delle Milizie, nella Chiesa distante tre miglia dalle mura della Città, in ricordo, come si tramanda, dell'insigne miracolo avvenuto nell'anno 1091. Poichè, mentre i Saraceni invadevano la Sicilia, gli abitanti della predetta Città offerti alla Beatissima Vergine digiuno e preghiere, videro una Donna molto maestosa nell'aspetto, che cavalcava un bianco cavallo, con la mano armata di una spada e subito dopo furono liberati, perciò fu chiesto molto umilmente alla Sacra Congregazione dei Riti il permesso di recitare l'Ufficio e rispettivamente di celebrare la Messa della Beata Maria Vergine come per la Madonna delle Nevi nel Sabato prima della Domenica di Passione e, la medesima Congregazione (previa tuttavia l'approvazione del sopra detto miracolo) benevolmente permise e concesse che potesse in avvenire essendo recitato dal Clero della predetta Città il richiesto Ufficio con le lezioni del secondo Notturno da trarsi dal discorso di San Berrnardo Abbate, che si trovano nel Breviario nel giorno ottavo dell'Assunzione e che potesse essere celebrata la Messa.
Addì 10 Marzo 1736 A.F.Zondari P.Prefetto