"C'erano in ballo tre ipotesi: la prima, auspicata dai sovietici, prevedeva lo sbarco nelle coste settentrionali dell'Europa, la seconda puntava ai Balcani e la terza alla Sicilia. Fu scelta quest'ultima opzione per il semplice fatto che l'Italia rappresentava l' avversario più debole". Il "ventre molle" dell' Europa come ebbe a definirla Churchill.
Salvatore Lupo
L' idea di invadere la Sicilia era nata dapprima a Londra durante l'estate del 1942, quando vennero fissati due importanti obiettivi strategici nel Mediterraneo per le forze inglesi: Sicilia e Sardegna, alle quali furono assegnati rispettivamente i nomi in codice di Husky e Brimstone. Ma la possibilità di un invasione tutta britannica della Sicilia, ovviamente, venne immediatamente esclusa. Dopo aver sconfitto le truppe italo-tedesche ad El Alamein, in Egitto, e dopo il successo dell'invasione del Marocco e dell'Algeria (novembre 1942, "Operazione Torch"), dopo che la vittoria in Nordafrica era praticamente completa, il 14 gennaio del 1943 venne organizzata la Conferenza di Casablanca ("Operazione Symbol"), per prendere una decisione sulla prossima mossa mirata ad aprire il "secondo fronte"di lotta all'Asse. Alla conferenza di Casablanca parteciparono il Primo Ministro W. Churchill , il generale sir Alan Brooke, l'ammiraglio sir Dudley Pound, il maresciallo di campo sir John Dill ed il futuro maresciallo della Royal Air Force sir Charles Portal per l'Inghilterra; il Presidente F.D. Roosevelt, il generale George C. Marshall, capo di Stato maggiore dell'esercito americano, l'ammiraglio Ernest J. King, capo delle operazioni navali ed il generale H.H. Arnold, che comandava le Forze Aeree, per gli Stati Uniti. La conquista della Sicilia fu una decisione di compromesso tra il desiderio degli inglesi di continuare una strategia del mediterraneo, volta a sconfiggere e portare fuori dalla guerra l'Italia ed alleggerire la pressione sul fronte russo attaccando il " ventre morbido " dell'Europa ed il desiderio degli americani di un'azione diretta contro la Germania con un'invasione della Francia del nord attraverso il Canale. "C'erano in ballo tre ipotesi - riporta lo storico Salvatore Lupo - la prima, auspicata dai sovietici, prevedeva lo sbarco nelle coste settentrionali dell'Europa, la seconda puntava ai Balcani e la terza alla Sicilia. Fu scelta quest'ultima opzione per il semplice fatto che l'Italia rappresentava l'avversario più debole". Il "ventre molle" dell'Europa come ebbe a definirla Churchill.
Dopo Casablanca, fu designato un complesso programma di inganno, condotto con insperato successo, per trarre in errore l'Asse ed indurla a pensare che i successivi obiettivi degli Alleati sarebbero stati non la Sicilia ma la Grecia, la Sardegna e la Corsica. Lo schema di copertura includeva traffico di radio false, installazioni di finte invasioni, aumento di operazioni di sabotaggio in Grecia e l'appostamento di un cadavere di un falso corriere britannico, presumibilmente annegato e che portava ingannevoli informazioni strategiche. Nel gennaio del 1943 il Generale Dwight D.Eisenhower fu nominato comandante supremo dell'operazione " Husky ". Sotto di lui il generale Sir Harold Alexander doveva comandare le forze di terra ( 15 gruppi di esercito), l'ammiraglio Andrew Cunningham doveva essere il comandante navale e maresciallo capo delle forze aeree Sir Arthur Tedder. Come comandanti dell'esercito Eisenhower scelse il Generale Sir Bernard Montgomery per la squadra speciale inglese ed il Tenente Generale S. Patton per quella americana. Comunque fino alla caduta di Tunisi a maggio, molti comandanti erano preoccupati con le operazioni in nord Africa e non dedicarono molto tempo alla " Husky ". Il Piano iniziò nel febbraio 1943 con uno staff nucleo di 15 persone dell'esercito chiamato 'Forza 141' con base ad Algeri. Solo 90 miglia attraverso il mare, dal nord Africa e appena due miglia dall'Italia continentale attraverso lo Stretto di Messina, la Sicilia è la più grande isola del Mediterraneo. Lungo la gran parte delle sue 600 miglia di coste, c'è solo una stretta pianura costiera prima che aspre montagne si ergono ripide. "unico lembo di pianura di una certa dimensione è la Piana di Catania sulla costa orientale. Domina l'isola il cono vulcanico dell'Etna, alto 10.000 piedi. La Sicilia ha una lunga storia di guerre, invasioni e dominazioni straniere, di conseguenza gran parte della popolazione vive in città dell'interno, costruite sulle alture delle montagne, che costituiscono delle fortezze naturali. Le strade sono poche e i movimenti fuori dalle strade difficili e spesso impossibili. I pianificatori della forza 141 si concentrarono sulla selezione di punti contro i quali sarebbero stati condotti i principali assalti. I più importanti obiettivi immediati furono i porti, necessari per rifornire le forze di invasione, e i campi di volo, entrambi per toglierli al nemico e per essere usati dalle forze aeree di sostegno Alleate. Messina, sulla punta nord orientale dell'isola, era il porto più grande. Comunque, un attacco diretto contro di essa fu sconsigliato a causa delle notevoli fortificazioni che si sapeva esistessero lungo lo Stretto e perché era fuori dal reale raggio d'azione dei velivoli di combattimento aereo con base a Malta ed in Tunisia. Gli altri porti principali erano Palermo, nel nord ovest, e Catania, Siracusa ed Augusta nel sud est. I campi di volo furono trovati in tre gruppi: nella Piana di Catania ad est, nella pianura costiera davanti Gela a sud, e nell'estremità occidentale dell'isola. Tenendo conto di queste considerazioni, il primo abbozzo di piano proponeva atterraggi simultanei condotti da una unità operativa orientale (britannica) ed una occidentale (statunitense). Gli inglesi dovevano atterrare con tre divisioni, in punti largamente distanti tra loro tra Siracusa e Gela, seguiti da una D+3 con una divisione d'assalto su Catania. Gli americani dovevano far atterrare una divisione a Sciacca, nel sud ovest, per catturare i campi di volo occidentali, seguiti da una D+2 con una divisione d'assalto su Palermo condotta da due divisioni. Nel primo incontro tra i tre capi di servizio, tenutosi il 13 marzo, Alexander sostenne che gli atterraggi proposti erano troppo dispersivi per sostenersi gli uni gli altri. Anche Montgomery insistette sulla riformulazione del piano non appena ebbe ascoltato i dettagli. Egli si aspettava una forte resistenza delle forze dell'Asse in Sicilia perciò egli chiedeva un atterraggio iniziale più forte e più concentrato. Ma la sua proposta di cancellare gli atterraggi inglesi a Gela per rinforzare l'assalto verso est si scontrò con le proteste sia di Tedder, il quale sosteneva che ciò avrebbe consentito al nemico di tenere in mano i campi di volo di Gela, e di Cunningham, il quale era contrario agli atterraggi concentrati perché questi avrebbero ammassato pericolosamente l'invasione della flotta. Un piano alternativo, proposto dai pianificatori di Forza 141, per cancellare l'attacco proposto a Sciacca e sbandare la divisione statunitense coinvolta nel settore di Gela, non fu accettata circa per lo stesso motivo, a parte il fatto che questo avrebbe messo le forze americane sotto il comando inglese. Protestò anche Patton perché ciò avrebbe indebolito l'assalto del suo esercito e lo avrebbe privato dei più necessari campi di volo. Le discussioni animate tra i servizi, rese più difficili dalla larga dispersione dei principali quartieri generali coinvolti, continuarono per tutto il mese di marzo e aprile. Le contraddittorie richieste dell'esercito, marina ed aviazione non potevano essere conciliate nel piano proposto sia dai pianificatori di Alexander che di Montgomery. Per superare il punto morto, Eisenhower convocò un altro incontro per i comandanti della ' Husky ' per il 2 maggio. In quello che fu "sicuramente il meno ortodosso e comico tra gli incontri di guerra ", Montgomery, in un incontro casuale nel lavatoio della ' AFHQ 'convinse il capo dello staff della ' AFHQ ', Generale Maggiore W. Bedell Smith, che l'operazione di Palermo doveva essere lasciata cadere nel suo complesso e l'intera unità operativa doveva essere spostata nel golfo di Gela, all'immediata sinistra dell'unità operativa orientale, assicurando così, unità di azione. Bedell Smith riportò la proposta ad Eisenhower e questi, capendo che la crisi doveva giungere ad una fine, decise di accettarla il 3 maggio. L'ordine finale di battaglia e piano di attacco furono i seguenti: Unità operativa orientale (Forza 545) - Comandante Navale: Ammiraglio Sir B. H. Ramsay - Comandante dell'aviazione: Vice Maresciallo dell'aviazione H. Broadhurst - Ottava Armata Inglese (Montgomery)
L'Ottava Armata era costituita da 13 Corpi (Tenente Generale M. C. Dempsey), formata dalla 5a e 50a divisione e dalla 4a Brigata Armata, e dai '30 Corps' (Tenente Generale O. Leese), comprese la 1a e la 50a Divisione canadese, le Brigate Armate 231a Indipendente e la 23a. Lesercito di Montgomery doveva sbarcare su cinque spiagge del golfo di Noto e intorno alla penisola di Pachino con la missione di catturare Siracusa ed Augusta e prendere i campi di volo orientali, prima di una rapida avanzata su Catania ed alla fine su Messina. Per sostenere lo sbarco, la prima Brigata di atterraggio della Divisione trasporto truppe doveva prendere l'importante Ponte Grande, ponte a sud di Siracusa. Di riserva in nord Africa c'erano la 78a Divisione e la prima Brigata Armata Canadese: Unità operativa occidentale(Forza 343) - Comandante Navale: Vice Ammiraglio H. K. Hewitt - Comandante Aereo: Generale Maggiore E. J. House - Settima Armata statunitense (Patton) Patton avrebbe voluto far atterrare tre unità operative. Due di loro 'Cent Force' (45a divisione), da far sbarcare a Scoglitti e la " Dime Force " (prima divisione statunitense, rinforzata da due battaglioni di Ranger truppe d'assalto), da far atterrare a Gela dovevano operare sotto il II Corpi ( Generale Maggiore O. N. Bradley ), mentre uno, " Joss Force " (3a Divisione statunitense con un battaglione di ' Ranger ' e come riserva galleggiante, il Comando di Combattimento A della 2a Divisione Armata statunitense), da far sbarcare a Licata, doveva operare indipendentemente. Nella riserva della Settima Armata galleggiante c'erano il resto della Seconda Armata e la 18a Fanteria della 1a Divisione, entrambe da far sbarcare a Gela. La missione della Settima Armata era quella di conquistare i campi di volo di Gela, formare una sicura testa di ponte e proteggere il fianco dell'Ottava Armata. La notte precedente gli sbarchi, il 505° Reggimento Fanteria paracadutisti statunitense rinforzato sarebbe stato lanciato all'interno, dalle spiagge di Gela, per proteggere e sostenere l'attacco dal mare. Come riserva in nord Africa c'erano il resto della 82a Divisione Aerea statunitense e la 9a divisione. Il D- Day fu programmato per sabato 10 luglio 1943. Entro questa data gli Alleati avevano raggiunto completa superiorità aerea nel Mediterraneo. Mentre la forza aerea dell'Asse era stata ridotta a circa 750 aerei utilizzabili, 430 tedeschi ( 250 dei quali erano aerei da combattimento ) e 325 ( 200 combattenti ) italiani il comando aereo del mediterraneo di Tedder, con 113 squadroni inglesi e 146 americani disponibili, poteva impiegare più di 4.300 velivoli.
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