Un panorama architettonico unico al mondo, per l'unità e l'armonia di uno stile barocco enfatizzato dal colore rosato della pietra usata per costruire la città. L'articolazione urbanistica, impostata su una strada che divide in due parti la città, venne ben accettata dall'aristocrazia locale che realizzò, dopo il terremoto del 1693, i propri palazzi di rappresentanza. La posizione di leggero declivio, l'equilibrio nella dimensione delle piazze e la simmetria degli edifici contribuirono alla realizzazione di prospettive e articolazioni che determinano l'eccezionale qualità scenograficamente barocca della nuova città.
L'asse principale, dicevamo, è corso Vittorio Emanuele, scandito da tre piazze e in ogni piazza una chiesa.
L'itinerario barocco prende l'avvio da Piazzale Marconi, il salotto d'ingresso della città dove è ubicata la statua bronzea del santo patrono, il nobile piacentino Corrado Confalonieri. Un viale alberato fiancheggia il bel Giardino Pubblico caratterizzato dalle macchie viola della bougainvillea e dai ciuffi delle palme tra i quali emergono i busti marmorei di famose personalità locali.
Il corso è annunciato dalla Porta Reale o "Ferdinandea" monumentale ingresso a forma di arco di trionfo di stile ottocentesco, di là del quale si delinea l'eccezionale arteria culturale ed urbanistica della città. La porta è sormontata da un pellicano, simbolo dell'abnegazione nei confronti di Re Ferdinando. Ai due lati si trovano una torre, simbolo di fortezza ed un cirneco (antica razza canina siciliana), sinbolo di fedeltà.
Seguendo il Corso si toccano le tre piazze centrali. La prima è Piazza Immacolata, con la Chiesa di S. Francesco all'Immacolata e l'annesso convento progettato dagli architetti Gagliardi e Sinatra.
Proseguendo lungo il corso, sulla sinistra, si ergono il Monasterodelle Benedettinee la Chiesa di Santa Chiara, opera certa del Gagliardi. L'interno, animato da stucchi, dalla preziosa pianta ovale circoscritta da dodici colonne, custodisce una Madonna col Bambino attribuita ad Antonello Gagini.
La seconda piazza rappresenta lo spazio centrale della città: si tratta della Piazza del Municipio, dove si allarga l'imponente scalinata del duomo. E' uno spazio urbano di eccezionale suggestione, somma di tanti piccoli capolavori: la Cattedrale, il Palazzo Vescovile e il Palazzo Landolina.
Il lato opposto alla Cattedrale di piazza del Municipio è occupato dalle armoniose linee curve di Palazzo Ducezio. Il lato orientale della piazza è coronato dalla facciata della Basilica del SS.Salvatore.
Dirigendosi verso Via Ducezio, dietro l'omonimo palazzo, si raggiunge la Chiesa di Santa Maria dell'Arco.
Proseguendo lungo il corso si apre, sulla destra, la Via Nicolaci: di grande effetto scenografico, su di essa si affacciano quelli che sono stati definiti i più bei balconi del mondo, i sei artistici mensoloni di Palazzo Nicolaci del Principe di Villadorata, in stile puramente barocco, raffiguranti sirene, chimere, mascheroni grotteschi, centauri, grifoni, sfingi, rinchiusi dalle sinuose inferriate ricurve.
Il prospetto concavo della Chiesa di Motevergini(1750) chiude ad incanto la Via Nicolaci con un suggestivo effetto scenografico.
Ancora lungo il Corso si incontra la Chiesa dei Gesuiti con l'annesso Collegio dei Gesuiti che si sviluppa per tutto l'isolato fino all'angolo di Piazza XVI Maggio. Il prospetto è ricco di aperture e fregi.
Conclude il racconto architettonico di Corso Vittorio Emanuele la Piazza XVI Maggio; il nome risorgimentale ricorda i moti antiborbonici del 1860.La piazza è limitata da un lato dalla Chiesa di San Domenico e dall'omonimo convento.
Sull'altro lato della piazza si attesta una nota di diversità architettonica, l'ottocentesco Teatro comunale.
Scendendo da Piazza XVI Maggio e svoltando per Via Ducezio, su di una piazzetta, sorge la chiesa di Santa Maria del Carmelo.
Parallela al Corso si svolge la Via Cavour, dove si affacciano i palazzi nobiliari in stile tardo barocco: Palazzo di Lorenzo dei Marchesi di Castelluccio; Palazzo Astuto, nell'ottocento sede di un famoso museo, pinacoteca e numismatica, Palazzo Trigona dei marchesi di Cannicarao, i cui saloni sono affrescati con dipinti del pittore netino Mazza. Una galleria architettonica dalla sontuosa prospettiva con le particolari balconate ricurve in ferro battuto e gli ampi giardini all'interno.
Salendo la scalinata antistante Palazzo Trigona e attraversando Via Mariannina Coffa, si arriva a Noto Alta. Si incontra in Via Impellizzeri il Palazzo Impellizzeri, tuttora in parte abitata dai baroni di S. Giacomo. Di stile tardo barocco, conta oltre 60 vani. Il prospetto è di elegante stile neoclassico e chiude, come un fondale, l'aspetto scenografico della città per chi guarda da sud.
Percorrendo via Sallicano, si giunge in piazza Mazzini, in cui sorge la chiesa del SS. Crocifisso, progettata dal Gagliardi. Sul fianco destro della piazza sorge l' ex Monastero di San Tommaso (1720); ha un bel portale barocco ed è l'attuale reclusorio penale.
Da Piazza Mazzini si prosegue verso Via Trigona. Procedendo sulla destra sorge la Chiesa di S. Agata ed il Convento, del 1710.
Proseguendo, si incontra la Chiesa di S. Maria del Gesù con annesso convento, opera del Sinatra. L'edificio si innalza su monumentali scalinate raccordate da ringhiere. All'interno su un altare, vi è una Madonna della Grazia del XVI secolo proveniente da Noto Antica, opera di Pietro e Paolo Battista.
|