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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa e Convento del Carmine

Chiesa e Convento del Carmine

Via Nazionale
Piantina



La Chiesa domina con l'anesso convento imponentemente piazza Busacca. La fondazione del Convento dei Carmelitani sarebbe avvenuta nel 1368 e inizialmente fu annesso alla chiesa di San Giacomo Interciso, titolo successivamente sostituito da Santa Maria Annunziata. A testimonianza di tale sovrapposizione resta il fatto che un altare rimane dedicato alla Madonna Annunziata. Il convento conserva, nella struttura originaria, un importante chiostro del 700'. La facciata del convento è articolata su un doppio ordine: nel primo si aprono i vani bottega ed il portico, che introduce al cortile; nel secondo appaiono una serie di finestre ed un balcone centrale arricchito da una ringhiera in ferro battuto. Sotto alcune finestre è scolpita la Croce dei Cavalieri di Malta (i Carmelitani appartenevano infatti alla provincia religiosa di Gerusalemme). Il cortile è stato vittima di rimaneggiamenti, solo il lato meridionale e quello settentrionale hanno conservato l'aspetto originario. Sui due lati si trovano due logge sovrastate da una nicchia che ospita la statua della Madonna.
La chiesa , la sua facciata e l'ala orientale del convento, risalenti al secondo Settecento, sono stati progettati dall'architetto Fra Alberto Maria di San Giovanni Battista, carmelitano dalla stretta osservanza e residente nello stesso convento.
Il prospetto esterno si espande su tre ordini divisi da lesene con capitelli compositi, e abbellito da statue posanti su piedistalli, realizzato in un sobrio e raffinato stile rococò. L'elegante portale, decorato da motivi fogliacei, del primo ordine è sovrastato da un finestrone posto nel secondo. Il terzo ordine, che si sviluppa solo nella parte centrale, è concluso da una delle sette statue che adornano la facciata.
Lo spazio interno è risaltato dalla fastosità delle decorazioni architettoniche, dai capitelli compositi a motivi fogliacei, dalle testine femminili e maschili tra le volte e da puttini dall'aria estatica dando quasi l'impressione d'esser cullati beatamente tra le braccia di Morfeo.
Gli stucchi bianchi sono opera del Gianforma mentre quelli dell'abside furono realizzati da Salvatore Alì, incaricato, alla fine del XIX secolo, di rifare l'abside, la sagrestia e forse anche il campanile che riprende il disegno di quello della chiesa di San Matteo.
La pianta della chiesa mostra un'unica navata preceduta da un nartece biabsidato con ampio coro sovrastante e terminante nell'abside semicircolare al centro della quale è posto un altare in marmo. I due lati delle navate sono scanditi da paraste di ordine composito che determinano sei nicchie, ospitanti altari marmorei. In cinque dei sei altari, opera di Tommaso Privitera di Catania, si trovano delle grandi tele, attribuite al pittore netino Costantino Carasi (XVIII secolo), rappresentanti l'Adorazione dei pastori, l'Annunciazione, la Trasfigurazione e due Santi Carmelitani. Altre pitture, tutte del secondo Settecento, si trovano lungo le pareti della navata, mentre sull'ultimo altare del lato sinistro si trova un Crocifisso di legno di cedro del '400.
Sull'altare maggiore, in una nicchia, è collocata la statua della Madonna del Carmine, che regge sul braccio sinistro Gesù bambino, realizzata nel 1760 da Francesco Castro: la statua ha la testa e le mani in legno, la ricca veste è tutta in argento sbalzato con decorazioni floreali.
In questa chiesa si trova un dipinto di origine spagnola risalente al XVII secolo, si tratta di un Cristo crocifisso raffigurato con una veste sacerdotale lunga fino alle caviglie, e un uovo di struzzo e due sfere circolari convesse, poste sotto i piedi. Iconografia anomala rispetto a quella italiana, dove il Cristo indossa solitamente un perizoma.




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