Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Facciata
La Chiesa di S. Maria del Soccorso, venne originariamente edificata intorno al 1630, quando i Gesuiti, per volere di Vittoria Colonna Contessa di Modica, giunsero in città, fondando scuole e centri di assistenza. Alla Chiesa è annesso, infatti, il Collegio dei Gesuiti ( fondato nel 1629), monumentale Palazzo degli Studi, che rilasciava diplomi di laurea già nel sec. XVII, quando era sede del "Gesuitico Collegium Mathicense"; attualmente ospita il Liceo Classico "Tommaso Campailla".
L'attuale chiesa, recentemente restaurata, è una delle prime e delle poche certamente realizzate ex novo dopo il terremoto probabilmente su progetto dell'architetto Rosario Gagliardi, lo stesso che progettò la chiesa di S. Giorgio a Ragusa Ibla.
E' sicuramente tra le più interessanti opere di architettura barocca gesuitica in Sicilia e in Val di Noto in particolare.
Il prospetto curvilineo è caratterizzato da una facciata convessa del partito centrale, dal tipico colore rossiccio che si espande in avanti senza rigidi sviluppi con modanature misurate ed eleganti.
Il portale con timpano spezzato è affiancato da quattro colonne a fusto libero che poggiano su alti basamenti; lateralmente, emergono due dadi che sorreggono vasi portafiori e all'interno del quale è posto un sobrio stemma gesuitico Nella facciata si rilevano anche lesene con capitelli corinzi che fanno da raccordo tra il partito centrale convesso e le superfici laterali piane; le due nicchie incorniciate e con timpani nei partiti laterali.
E' un prospetto nitido, rigoroso e con un ritmo strutturale diverso rispetto al gusto prevalentemente decorativo delle coeve architetture e si pone come modello progettuale che, traendo spunto da una cultura architettonica classica, sviluppa una concezione dinamica e innovativa che verrà applicata successivamente nella chiesa di San Domenico di Noto e San Giorgio di Ragusa.
Per la Chiesa del Soccorso si ipotizza, come già detto, un progetto di un Gagliardi ancora molto giovane, elaborato poco prima del 1715 contemporaneamente al progetto di Santa Maria di Noto. A voler stabilire delle analogie stilistiche nel lessico architettonico è possibile individuare delle affinità tra le grandi volute di raccordo e quelle di alcuni disegni gagliardiani come pure con quelle delle chiese prima menzionate.
Anche lo schema planimetrico è innovativo per l'area del Val di Noto: una croce latina a tre navate separate da pilastri con l'aula centrale e le navate laterali non troppo lunghe rispetto all'ampio transetto e con tre absidi semicircolari a conclusione della navata centrale e dei lati del transetto che rendono l'opera un modello unico del barocco siciliano.
Affinità si riscontrano anche tra le modanature del finestrone della Chiesa del Soccorso e quelle del balcone centrale di Palazzo Battaglia di Ragusa progettato dallo stesso architetto. Di estrema importanza sono le componenti strutturali. Il Gagliardi memore del recente sisma e attento a prevenire pericoli e cedimenti strutturali dà luogo, embrionalmente, alla struttura piramidale della facciata, un espediente architettonico che si rivela più compatto e sicuro. Le colonne, libere, saranno, invece, valorizzate con funzione decorativa.
Tra le opere più rilevanti che vi sono custodite all'interno della chiesa spicca la statua del XVI secolo di "Nostra Signora del Soccorso "realizzata in marmo ed attribuita a Giorgio da Milano, oltre a diverse tele raffiguranti la "Presentazione al Tempio", l' "Adorazione", la "Deposizione", la raffigurazione di "San Francesco Saverio" e la "Gloria di S. Ignazio", di provenienza gesuitica.