Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di S.Antonio alla Saccara
La chiesa sorge in via Mussomeli, nel cuore della "Saccara", quartiere di tradizione popolare prossimo alla "strada delle miniere".
Cronologia delle principali fasi costruttive:
1700 (inizio): La prima edificazione ha datazione incerta;
1866: La chiesa è modificata ed ingrandita;
1900 (inizio): Nel fabbricato di fronte alla chiesa sorge l'istituto "Boccone del Povero".
Storia<
Non si conosce la data di costruzione della chiesa che venne edificata all'inizio del XVIII secolo con le libere offerte dei fedeli. La sua esistenza è documentata nel 1730.
Secondo la tradizione, una signora lasciò la sua casa per erigere una chiesetta dedicata a Santa Maria di Monte Maggiore. Non conoscendo il nome della benefattrice, la chiesa fu chiamata alla Saccara dal nome della "sacca" ossia i cesti di vimini caricati sugli asini con cui la donna trasportava l'acqua potabile a domicilio.
Dopo la soppressione degli ordini religiosi e la conseguente chiusura della vicina chiesa di Santa Flavia, la chiesetta venne ingrandita ed inizialmente dedicata alla Madonna con il nome di Santa Maria di Montemaggiore e solo successivamente prende il nome di Sant'Antonio.
Nel 1866, ad opera dei sacerdoti Giuseppe Polizzi e Alfonso Tumminelli, iniziarono i lavori seguiti dal muratore Giuseppe Palermo. Il nisseno Lunetta realizzò gli stucchi delle cappelle dell'Addolorata e del Crocifisso. La chiesa fu pavimentata con mattoni smaltati e si costruì la canonica. I lavori furono ultimati nel 1877. Nella chiesa si collocò l'organo proveniente dalla chiesa del Carmine, demolita per la costruzione del Municipio e il 30 aprile 1877 viene eretta succursale della parrocchia (che all'epoca era la sola Chiesa Cattedrale) con Bolla del Vescovo di Girgenti.
Nel 1881, per volontà del vescovo Monsignor Guttadauro, viene istituita la Pia Unione di Sant'Agnese che secondo la regola delle agnesine di Roma doveva provvedere alla formazione catechistica femminile.
In seguito al terremoto del 1908 che distrusse Messina, vi furono dei danni nella volta e nella canonica. La parrocchia fu trasferita nella chiesa di S.Francesco di Paola e la chiesa fu restaurata.
All'inizio del secolo scorso, il 15 giugno 1911, viene fondato l'istituto "Boccone del Povero", che possedeva al suo interno una cappella dedicata a sant'Antonio di Padova, e nel 1922 la chiesa viene riaperta al culto e adibita ad oratorio delle suore bocconiste per le pratiche religiose dei bambini ricoverati, in quanto l'istituto Boccone del Povero sorgeva di fronte la chiesa (Scuola Città).
Dopo la prima guerra mondiale nell'Istituto vennero accolte le orfane dei caduti e la cappella divenne troppo angusta, per cui si chiese e ottenne che la chiesa di Santa Maria di Montemaggiore supplisse come oratorio per le suore e le fanciulle. Vi fu, quindi, trasferita la statua di sant'Antonio e, essendo ormai distrutta l'antica chiesa dedicata al santo, la gente prese a chiamare questa "chiesa di Sant'Antonio". Le suore bocconiste lasciarono l'Istituto alla fine del XX secolo e la chiesa è rimasta una rettoria, che si vivacizza nei giorni della tredicina in onore di sant'Antonio.
Nel 1937 fu collocato il sarcofago contenente le spoglie di mons. Michele Gurrera, vicario generale della diocesi nissena, che nel 1911 aveva inaugurato la Casa del Boccone del Povero. Il sarcofago fu realizzato da Enrico Meschino.
La facciata, senza particolari elementi decorativi, è sormontata da un campanile a vela.
All'interno, sull'altare maggiore, si conserva una piccola statua di sant'Antonio di Padova che porge ai poveri il pane.
Descrizione:
Il prospetto principale a capanna è diviso in tre livelli con ordine ionico al primo, privo di trabeazione. Le lesene scandiscono tre partiti: in quello centrale si apre il portale rettangolare sovrastato da una cornice retta da modiglioni. Le quattro paraste di pietra arenaria, che segnano la facciata per l'intera altezza, sono introdotte da due fasce orizzontali e si allungano fino al timpano: nel primo ordine si concludono con capitelli ionici, nel secondo con medaglioni floreali.
Nel terzo livello sono poste tre arcatelle contenenti le campane. Un ballatoio coperto si innesta nel partito laterale nord del secondo livello e collega la chiesa all'antistante edificio, una volta sede del Boccone del Povero. Tale ballatoio, costruito probabilmente nel 1911, consentiva alle suore del detto istituto di accedere alla chiesa. Un portale murato, che consentiva l'accesso secondario, è posto sul prospetto sud.
L'impianto spaziale è costituito dall'aula coperta da una volta a botte lunettata e dal presbiterio con volta a schifo, posta all'altezza del fregio dell'aula.
Probabilmente l'originaria volta del presbiterio è stata interrotta da un solaio per consentire l'accesso alle suore direttamente dalla cantoria, infatti, una ringhiera consente il camminamento sul cornicione dell'aula. Nel presbiterio prosegue con un soppalco protetto da una balaustra marmorea, realizzato anche nell'antistante parete. La lunetta della parete di fondo dell'aula è decorata da una croce raggiata dorata, circondata da una doppia corona circolare con testine alate tra nuvole. In basso sono posti due angeli che reggono la targa con l'iscrizione Adoremus. Le pareti dell'aula sono scandite da paraste ioniche scanalate trabeate, che inquadrano quattro partiti. Nel secondo partito sono poste arcate cieche con altari e statue entro nicchie. Gli altri partiti, divisi in due livelli dalla cornice posta alla stessa altezza dell'imposta delle arcate cieche, hanno statue poggiate su mensole a voluta, sovrastate da specchiature rettangolari. La parete di fondo del presbiterio, con parte centrale leggermente aggettante, è divisa in due livelli da una cornice.
Nella nicchia ad arco a tutto sesto del secondo livello, retta da lesene decorate con vasi con fiori, è posta la statua del santo titolare, affiancata da due dipinti raffiguranti il pane consacrato e il giglio. Le tele sono sormontate da angeli che reggono i festoni di spighe dorate, che si dipartono dal cartiglio centrale sovrastato da una testina alata. E' presente la cantoria su colonne corinzie.