Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Porta spagnola
La costruzione risale al 1681, durante la dominazione spagnola. Le fortificazioni della città, di cui la porta fa parte, furono costruite per ordine del vicerè Benavides, conte di Santo Stefano, su progetto dell'architetto militare Carlos De Grunembergh con spese a carico degli Augustani, a difesa di tutta la cristianità dell'isola. Era l'ingresso principale alla città a cui si arrivava tramite due ponti levatoi installati dopo il taglio dell'istmo voluto per ragioni di sicurezza militare e per evitare gli attacchi da nord. Modificata più volte nel corso dei secoli, ha mantenuto intatta solamente la parte superiore. Sulla sommità sono presenti due grifoni rampanti che sorreggono una cornice sormontata dalla corona di Carlo II di Spagna. Nel riquadro delimitato dal Toson d'Oro è scolpito lo stemma del viceré D. Francesco Benavides rappresentante della corona. Sulla porta si trova una lapide che testimonia l'importanza strategica del porto di Augusta, lapide su cui si legge: «D.O.M. Carolo II Hispaniarum ac Siciliae rege imperante, Siciliae prorex D.Franciscus Benavides Comes S.Stephani, in tanti portus litore muniendo non solum Siciliae, sed totius Italiae et Cristiani nominis incolumitati consulere extimavit MDCXXCI». Sino alla costruzione del viadotto Federico II è stata l'unica via d'ingresso alla città, ha resistito per secoli a guerre e battaglie, è rimasta danneggiata durante il terremoto del 1990, è stata restaurata nel 2005 e riportata allo splendore della pietra e del marmo originali; i lavori di restauro sono partiti l'11 gennaio e terminati il 17 ottobre giorno dell'innaugurazione.