Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Rocca Castello-Antillo
La Rocca Castello è un imponente complesso roccioso posto alla sommità dell'omonimo monte che, dall'alto dei suoi 768 metri s.l.m., domina l'intero centro abitato di Antillo connotandolo inconfondibilmente tanto da essere accolto nello stemma comunale. Il toponimo del monte lascerebbe intendere, senza alcun dubbio, la presenza di un ridotto fortificato, edificato proprio sulla vetta.
Un caratteristico, quanto suggestivo, masso di pietra calcarea occupa l'intero spazio offerto dalla sommità, caratterizzandosi per i fianchi relativamente scoscesi alla base, irti e ripidi man mano che si giunge alla vetta. Il complesso roccioso presenta una forma tanto squadrata e compatta che la porzione centrale somiglia ad un "mastio quadrangolare". Il resto dello spazio è occupato da una conformazione rocciosa che è figlia del mastio centrale, sebbene sembri offrire adattamenti provenienti dalla mano dell'uomo. Infatti, a meridione e ad occidente, proprio a ridosso dello sperone della roccia principale, sembra possano distinguersi dei "dromoi" o corridoi, utilizzati per unire diversi vani scavati o ricavati in anfratti della roccia che si offre stratificata e facilmente lavorabile. E' possibile ritenere che un tempo esistessero grotte e/o vani ricavati artificialmente nella roccia, della cui presenza oggi è possibile notare solo qualche traccia. A chi osserva la Rocca dalla base del colle, la struttura della roccia somiglierà per certi versi ad un castello. In alcune porzioni la pietra presenta infatti spigoli vivi e angoli di 90 gradi, che lascerebbero intendere una lavorazione non solo attraverso l'erosione degli agenti atmosferici, ma anche per diretta volontà dell'uomo.
Rocca Castello potrebbe essere stata una sorta di fortezza rupestre, ove, piuttosto che edificare artificialmente strutture murarie, si è preferito adattare una roccia lavorabile, come già detto, con relativa facilità, nonché solida e simile naturalmente alla forma di un castello. Qui alcuni corridoi, sebbene invasi da terra, risultato di numerosi smottamenti, ancora pare che si individuino con sufficiente chiarezza. Seguendo il loro percorso è possibile delineare camminamenti, che un tempo dovevano collegare diverse posizioni della vetta, permettendo ai difensori della Rocca di non essere visti da alcuno, nemico o amico che fosse.
Dalla vetta del "Mastio Rupestre" si gode una visuale unica ed è possibile rendersi conto dei contatti visivi tra Pizzo Castello e l'ambiente circostante, in particolare la relazione visiva con il Monte Kalfa. In realtà, l'abitato di Antillo sorge, non solo nel bacino del corso superiore del fiume Agrò, ma anche lungo il tracciato di un'antica via carraia che dal medesimo paese conduceva nei pressi di Novara di Sicilia e della Rocca Salvatesta. Dunque una via di penetrazione dei Peloritani che prendeva e prende ancor oggi le sue mosse dalla costa jonica, non lontano da Roccalumera. Vista in quest'ottica, il monte di Rocca Castello costituiva una postazione strategica fondamentale per il controllo sia della fiumara d'Agrò, sia della citata arteria stradale, relativamente alla frazione ricadente nel territorio di Antillo. Non è però affatto agevole individuare con precisione l'area cronologica di riferimento all'interno della quale inquadrare l'epoca in cui ebbe inizio l'antropizzazione del sito. Probabilmente il luogo potrebbe essere stato oggetto di frequentazione umana fin da tempi immemori (preistoria?). In ogni caso l'utilizzo della rocca in qualità di punto forte o fortezza rupestre si originò sicuramente fin dall'epoca bizantina e, successivamente, si protrasse durante le susseguenti dominazioni, che hanno caratterizzato il medioevo siciliano (araba, normanna, aragonese).