Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Porta Janniscuru - Enna
Le strade d’accesso alla città confluivano in una serie di porte maggiori e minori.
Sette erano le porte di ingesso alla città: Porta di Lombardia (o Porta di Cerere),Porta S. Agata (o Porta di Kamut, o dei Saraceni, o dei Carusi), Porta di Portosalvo,Porta Pisciotto, Porta Palerm, Porta di Papardura e Porta Janniscuru.Quest’ultima è l’unica ancora oggi visibile. Delle altre, se non vennero demolite prima (nella seconda metò dell’800, era usanza, da parte dei cittadini , rubare di notte le pietre delle torri crollate per usarle per i muri delle proprie abitazioni), si sa con certezza che vennero abbattute dopo l’elevazione di Enna a capoluogo di provincia, nel 1927, per rendere possibile l’allargamento della rete stradale. La funzione di queste porte, che sorgevano nei punti strategici della città, era militare e civile: una volta chiusi i punti deboli delle rocche, la città diventava sicura e inespugnabile.
La Porta di Janniscuru, si erge a guardia di una rupe sulle ripidi pendici a sud-ovest, ai piedi della Chiesa dello Spirito Santo. Alta circa 5 metri e larga 2, la sua realizzazione può collocarsi nel medioevo, tra il periodo greco e quello bizantino-musulmano. Quel che si vede oggi sono i resti di un arco romano a tutto sesto, dodici file di blocchi orizzontali in alto, merlature, venti conci sulla porta e altri trentuno sull’arco interno. Subito dopo l’arco, a sinistra, si apre la Grotta della Guardiola: qui secoli fa sono state scolpite cellette dove erano poste statue votive, quindi si presume che fosse un primitivo luogo di culto.