A Galati Mamertino la presenza di molte opere di artisti isolani è una valida testimonianza di un indiscusso ambiente culturale.
L'iniziativa di fornire l'edilizia sacra di belle opere d'arte la si deve ai Principi che si susseguirono nel tempo e particolarmente alla munificenza dei Lanza.
Tra gli artisti di prestigio ricordiamo per la scultura marmorea di ispirazione classica michelangiolesca di Antonello Gagini e la sua scuola, per quella lignea Fra Umile da Petralia, per i dipinti Pietro Novelli e il Tresca.
Tra i monumenti di particolare interesse architettonico citiamo i resti del Castello di fattura arabo-normanna, la Chiesa Madre dedicata a S. Maria Assunta che custodisce una bella tela che raffigura il Martirio di S. Agata, opera di Pietro Novelli (1603-1647) e la Chiesa della Madonna del Rosario che racchiude al suo interno uno splendido tabernacolo in marmo opera del Gagini (1478-1536).
Rilevanti sono pure il Santuario della Madonna di Trofillo immerso nei noccioleti e il borgo Milè, esempio tipico, perfettamente conservato, degli antichi villaggi siciliani.
Importanti per la storia del culto jacopeo è lo stato devozionale di S.Giacomo (protettore di Galati) di fattura spagnola.
Visita del centro storico
L'itinerario ha inizio da Piazza S.Giacomo (sulla quale si affacciano i palazzi signorili settecenteschi e il Palazzo De Spuches) con la visita della Chiesa Madre, dedicata a S. Maria Assunta, dove si trovano tele e statue di pregevole bellezza, tra cui una tela raffigurante il Martirio di Sant'Agata di Pietro Novelli, detto il Monrealese, le statue marmoree della Trinità e dell'Annunciazione di Antonio Gagini, tele del Mercurio e del Tresca, la statua lignea di S. Sebastiano di fattura fiamminga. L'itinerario prosegue lungo strette stradine che conducono alla Chiesa del Rosario, che ospita, fra le altre opere, la statua in marmo della Madonna della Neve di Antonello Gagini; si prosegue verso la Chiesa di S. Luca, caratterizzata da un'imponente scalinata in pietra, per poi giungere alla Chiesa di S. Caterina, dove si possono ammirare il Crocifisso ligneo di frà Umile da Petralia, dall'anatomia precisa e commovente, l'Immacolata del Abagnasco, la statua in marmo di S.Caterina d'Alessandria, opera del Gagini, e preziose tele di scuola post raffaellesca.
L'itinerario si conclude con la visita ai ruderi del castello arabo - normanno.
E' possibile, inoltre,visitare il Mulino e Pastificio Etnoantropologico, sito in un locale ancora integro risalente ai primi del '900: la struttura rappresentava, unitamente a quelli funzionanti nella Valle del Fitalia, uno dei primi esempi di aggregazione neo-industriale. Qui possiamo vedere arnesi, strumenti e macchinari inerenti il ciclo del grano, apprendendone il funzionamento e, inoltre, antichi oggetti legati alla quotidianità.
|