Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
S. Maria di Itria
Largo Itria
La Chiesa di Santa Maria dell'Itria, il cui culto è il più antico e diffuso della Sicilia, fu edificata fuori dal centro abitato di Delia prima del 1602, anno in cui venne fondata e le fu dedicata la più antica delle confraternite di Delia.
La sua esistenza è documentata nel 1602, data di concessione della costruzione della sepoltura della confraternita di Maria Santissima dell'Itria. La chiesa aveva cinque altari. Secondo Russo fu fondata nel 1709.
Nel 1657 si fece la prima processione con l'immagine della Madonna, probabilmente quella statua lignea posta oggi sull'altare maggiore e portata a spalla da due monaci basiliani "li calojari" come li chiama il popolino.
La chiesa fu ricostruita nel 1749. I lavori si protrassero per un ventennio e la chiesa fu riaperta il culto nel 1769 come si evince dall'iscrizione del cartiglio nella controfacciata.
Tra il 1832 e 1833 la chiesa venne temporaneamente chiusa al culto perchè si temeva il crollo del pavimento nella sottostante cripta; la riaprì al culto, dopo averne riparato il pavimento, un padre francescano, P. Samuele, al secolo Alfonso Averna, da tutti chiamato "il padre guardiano".
La vita austera e penitente che conduceva questo cappuccino, gli procurò presso il popolo la fama di santo e quella di operare guarigioni.
Nella seconda metà dell'Ottocento si costruì la cantoria.
Più tardi nel 1885 la chiesa dell'Itria fu al centro di disordini e di agitazioni della popolazione deliana per un'ennesima ondata di epidemia colerica che colpì il paese.
Per arginare la diffusione di quella malattia si pensò di utilizzare la chiesa dell'Itria come locale di isolamento che fu chiamato "lazzaretto".
A quanto pare i deliani mal sopportarono quelle misure di sicurezza e di cautela poiché ritenevano che i malati potevano ricevere le cure più adeguate soltanto a casa propria.
Nel 1967 diventò la parrocchia della nuova zona di espansione del paese e fu dotata di ampia canonica su progetto dell'arch. Averna e si smantellò la copertura: si realizzò un cordolo in calcestruzzo di cemento armato lungo i muri perimetrali, per sostenere travi prefabbricate con tiranti orizzontali di ferro.
Nel 1973 la chiesa fu ripavimentata; si demolirono gli altari lignei e si inserirono mensole per reggere le colonne delle edicole contenenti statue
Nel 1984 il restauratore Rosario La Mattina eseguì la doratura di alcune decorazioni in stucco, realizzò alcuni motivi fitomorfici e due specchiature nel presbiterio.
Tra il 1986 e il 1988 si restaurò il prospetto principale.
Nel 1988 venne costruito il campanile progettato dall'architetto G. Riccobene.
La chiesa custodisce nel suo interno opere di notevole valore: l'antichissima statua lignea della Madonna d'Itria, la statua del Salvatore scolpita intorno al 1755 dal Bagnasco che viene usata nell' "Incontro" della Domenica di Pasqua, quella di Santa Lucia del 1700, la statua di San Francesco d'Assisi, quella di Sant'Antonio di Padova e un quadro della Madonna della Rocca del 1756.
Durante l'anno la chiesa vive i suoi momenti più belli nelle feste di Sant'Antonio di Padova a Giugno, di San Francesco d'Assisi ad Ottobre e di Santa Lucia a Dicembre.