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(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Cava Lazzaro

Cava Lazzaro




Il Parco Archeologico della Cava Lazzaro, detta anche "Cava Grande di Rosolini", è la più importante area archeologica del territorio di Rosolini per la massima concentrazione di siti archeologici studiati e catalogati. E' una delle numerose cave che attraversano la Sicilia sud-orientale e in essa scorre il Torrente Granati, una piccola fiumara secca (che si riempie durante le piogge) che affluisce presso il Torrente Stafenna (a sua volta affluente del Fiume Tellaro). Buona parte di questa zona archeologica è situata presso la Contrada Cozzo Cisterna (localmente noto come "U Cuozzu a 'Sterna"). Questa zona è raggiungibile sia dalla S.P. 66 Timparossa - Cozzo Cisterna (il cui imbocco è posto presso il Viale Libertà nella periferia nord di Rosolini) per andare nella zona settentrionale della cava, sia dalla S.P. 27 Sant'Alessandra Rosolini - Modica (a sud di Rosolini, il cui imbocco è posto al termine di Via Sant'Alessandra) per raggiungere quella meridionale comprendente tra l'altro l'Eremo di Croce Santa.
Questa cava nasce in territorio modicano in Contrada Gorgodaino, per terminare presso le Contrada Granati Nuovi, mentre il torrente confluisce in Contrada Zacchita col Torrente Stafenna in territorio netino. Il fondo di questa cava non è tanto profondo ma risulta molto accidentato data la presenza di varie stratificazioni geologiche e di spaccature che hanno formato cave secondarie (Cava San Teodoro - Cozzo Cisterna, Cava Martello, Cava Ternulla, Cava Ruta, Cava Santa - Cansisina).
La Cava prende il nome da un'immensa cavità naturale conosciuta anche come grotta Lazzaro posta nel tratto iniziale della cava tra i territori di Ispica, Modica e Rosolini presso la Contrada San Cristoforo all'Olivella situata in territorio rosolinese. La grotta fu abitata in età preistorica e nell'età del bronzo, nella cosiddetta facies castellucciana.Dalla grotta Lazzaro, già indagata dal barone Ferdinand Von Andrian verso la fine dell'Ottocento, proviene uno degli enigmatici "ossi a globuli" interpretati come manici di coltelli. Oltre alle bellezze naturalistiche, l'area è importante da un punto di vista storico ed archeologico essendo stata abitata quasi ininterrottamente nel tempo. Oltre ai resti dell'età del bronzo vi si trovano tracce di epoca paleocristiana e due oratori rupestri bizantini riutilizzati nel corso dei secoli dai contadini della zona. Ricca di numerose grotte carsiche utilizzate anticamente prima come tombe rupestri, poi come ovili fortificati. Oltre ad esse vanno menzionate anche le grotte artificiali scavate nella roccia, che fungevano da tombe e chiese rupestri, come ad esempio l'Eremo Rupestre della Croce Santa. Dentro queste caverne sono stati trovati durante dei sopralluoghi piccoli frammenti di ossa umane.
Tutta la Cava Lazzaro è colma di rovine archeologiche di epoca neolitico - sicula di tipo castellucciano poichè sono sorte nel periodo della cosiddetta "Civiltà di Castelluccio" (sito archeologico posto in territorio di Noto, a poca distanza da Rosolini) facendo si che questa cavità iblea fosse densamente popolata, non a caso sulle alture circostanti (Cozzo Cisterna, Cozzo Pernice, Contrade Granati, Timparossa, Zacco - Miccio e Commaldo) sono stati rinvenuti i resti di villaggi abitativi della medesima epoca. La Cava Lazzaro fungeva da area sacra - funeraria per la presenza delle rovine di numerosi templi arcaici (costruiti sotto forma di piccoli dolmen di cui restano solo i basamenti) ma soprattutto di numerose tombe a forno rupestri costituite da grotte artificiali sparse per buona parte della cava.
Le analisi condotte su di essi dimostrano che le grotte erano utilizzate come necropoli già dal 1800 a.C. La più interessante di queste tombe è senza dubbio la "Grotta del Principe" o "Tomba Orsi" (in memoria dell'archeologo Paolo Orsi) che sfoggia un monumentale prospetto, incavato nella roccia, a otto finti semipilastri, con incisioni a doppia lisca di pesce, a disco puntinato e a triangoli. Dentro la grotta vi sono altre numerose nicchie dentro cui vi si deponevano i cadaveri. Sulla stessa terrazza si possono ammirare due grossi blocchi, in calcare bianco-grigiastro della zona, che hanno costituito la parte centrale di un dolmen "semicircolare" paragonabile al dolmen di Cava dei Servi o ad altri presenti in Spagna, Corsica, Sardegna, Puglia e Malta.
Presso questa cava vi sono anche piccole cave laterali come le Cave Martello, Marchesa e la cosiddetta "Cava Santa" in cui è collocato l'Eremo della Croce Santa, tuttora meta di pellegrinaggi in seguito al ritrovamento miracoloso della "Croce Santa di Rosolini". Nelle vicinanze vi sono altre necropoli più piccole, tutte di epoca castellucciana. Nella vicina Contrada Ruta vi sono i resti di un villaggio preistorico, numerose necropoli scavate nella roccia e chiese rupestri bizantine. Dentro molte di queste caverne sono stati trovati numerosi utensili in pietra o in osso, esposti sia al "Museo Paolo Orsi" di Siracusa, sia nei musei civici di Ragusa e Modica; addirittura possiamo trovare molti di questi utensili al "Museo Paleontologico Pigorini" di Roma.
Presso la vicina Contrada Cozzo Cisterna vi è un recente parco archeologico comprendente i ruderi di un villaggio medievale abitato a suo tempo da agricoltori e pastori dove vi possiamo ammirare i resti di masserie, stalle e persino di una chiesetta seicentesca costruita dai Gesuiti. Da ammirare anche i resti di antichissime Necropoli sicule sia terranee e sia scavate nella roccia del piccolo colle denominato appunto "Cozzo Cisterna". Non mancano altre attrattive come musei e punti di ristoro.
Altre zone archeologiche di notevole pregio poste nell'area della Cava Lazzaro sono quelle ubicate nelle zone Zacco - Miccio, Granati - Timparossa, Ruta, Ternulla, Cansisina (in cui vi sono ruderi romani), Cozzo Pernice, Commaldo Inferiore e Superiore - Case Castellano (ex zona feudale appartenente alla famiglia Trigona di Cannicarao).
Da non trascurare la rigogliosa flora iblea che ricopre le pendici del Cozzo Cisterna e della vicina Cava Lazzaro .
Dal punto di vista naturalistico la Cava Lazzaro presenta,infatti, una fitta macchia mediterranea di tipo ibleo che cresce sia nel fondocava, sia tra le rocce sedimentarie di tipo ibleo. Anche la fauna è particolarmente presente in questa particolare zona. Degni di nota sono anche gli altipiani che sovrastano la cava, che si presentano in tutte le stagioni come distesi campi verdi (coltivati a foraggio) intervallati da muri a secco e alberi di carrubbo, olivo e mandorlo.

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