Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Adranon
Le origini di Adranon non sono del tutto chiare anche se è certo che il sito era conosciuto ed abitato in epoche preistoriche, come hanno dimostrato recenti ritrovamenti nelle contrade Fontanazza, Pilica, Fogliuta, Maccarone, Pellegriti e Pietralunga che hanno reso reperti del periodo Neolitico. In epoca storica l'insediamento umano di contrada Polichello ha restituito uno splendido esempio di arte siceliota del V secolo; una figura di atleta nudo in bronzo(visibile al Museo di Siracusa).
Secondo Diodoro Siculo, la città greca fu fondata da Dionigi di Siracusa, nel 400 a.C. accanto ad un preesistente santuario dedicato al dio Adranos che era venerato in tutta la Sicilia antica pre-greca e che nell'area etnea era quasi certamente collegato all'attività del vulcano Etna.
In posizione strategica sulla valle del Simeto di fronte al picco su cui sorge Centuripe, Adrano mantenne questo carattere di centro fortificato per lungo tempo. Le indagini archeologiche mostrano che fu una città fiorente, per quanto siano poche le notizie delle fonti storiche sulle sue vicende.
Nel 344 a.C. fu teatro della battaglia fra il corinzio Timoleonte, democratico, e il tiranno Iceta di Leontini che fu vinta dal primo. A seguito di ciò gli abitanti di Adranon decisero di allearsi con Timoleonte. Questi dimorò per qualche tempo nella piccola città di Adranon, dove circolava liberamente senza scorta. Durante tale soggiorno, mentre era nel tempio e officiava i sacrifici al dio, fu oggetto di un attentato, ad opera di due sicari mandati da Iceta, fortunatamente sventato da un adranita.
La città venne fondata quindi in un sito che era già abitato ma che in virtu' della sua rilevanza strategica si prestava eccellentemente al controllo della valle del Simeto, allora navigabile fino ad un certo punto, e della dirimpettaia città sicula di Centuripe. Nonostante la grande rilevanza archeologica dell'area non sono stati ancor oggi eseguiti scavi organicamente predisposti anche a causa del forte inurbamento del sito; non è quindi ancora ben definita l'entità della superficie dell'antica città.
Non è stato finora individuato il luogo ove sorgeva il tempio di Adranos. Sedici colonne di basalto del tempio fanno parte della struttura interna della chiesa Madre che sorge accanto al castello Normanno in piazza Umberto I. Si potrebbe quindi supporre che il Tempio di Adranos sorgesse nella stessa area.
Da Adranon ci viene una serie di monete enee da situare nel IV secolo a.C., forse verso il 344 - 336 a.C.
La cinta muraria
La possente cinta muraria è il monumento meglio conservato del periodo greco e permette di rilevare in sessanta ettari la superficie della città. è costruita in blocchi di pietra lavica di tre metri e mezzo. è visibile una lunga sezione ad est ed una torre quadrangolare addossata all'attuale chiesa di S. Francesco.
Già nel 1781 il principe di Biscari, nel suo elenco dei resti di Adranon greca allora visibili, citava tratti della cinta muraria in contrada Difesa e presso la chiesa di S. Francesco: "Magnifica è la costruzione di essi, essendo internamente formati di grosse pietre di lava, ben riquadrate e connesse senza calce". Il pittore Jean Houel raffigurava, in uno dei suoi celebri acquerelli, un tratto fortificato della cinta, ma solo agli inizi del XX secolo Paolo Orsi intraprese la prima campagna di scavo del tratto fortificato di contrada Difesa, lungo circa quattrocento metri.
In quei lavori furono sgomberate, dove possibile, le sovrapposizioni moderne e si effettuarono i primi rilievi. Le mura, corredate da torri quadrangolari e postierle, erano realizzate secondo sistemi di costruzione tipici delle fortificazioni greche: a doppio paramento di conci lavici con un riempimento interno che Orsi definì una colmata interna di pezzame amorfo, buttato quasi alla rinfusa. Vennero individuate due postierle e isolato il grande torrione addossato alla chiesa di S. Francesco, abbattendo due casotti che ne mascheravano i fianchi.
Le case
Ricerche archeologiche recenti hanno portato alla scoperta di alcune case della fine del IV secolo a.C. simili a quelle rinvenute in altri centri greci della Sicilia e abbastanza raffinate con resti di pavimenti a mosaico. Una strada importante del periodo è stata messa in luce per quasi un centinaio di metri, con canalette il pietra lavica a lato per il deflusso delle acque piovane.
Il sovrapporsi della città moderna sull’antica, infatti, offre un quadro della situazione solo in parte leggibile. Allo stato attuale delle conoscenze, non ci sono ritrovamenti sicuramente riferibili alla prima metà del IV secolo a.C.
I resti più antichi dell’abitato sono stati infatti datati, sulla base della ceramica ritrovata, alla seconda metà di quel secolo, forse perché solo allora il centro cominciò ad acquisire la fisionomia di città. Le case rinvenute si datano per lo più tra la seconda metà del IV e il III sec. a.C., periodo di maggiore fioritura del centro greco.
Le campagne condotte negli ultimi decenni hanno dimostrato che la città presentava l’impianto urbano ortogonale tipico delle città greche.
Le necropoli
Le necropoli di Adranon si estendevano ad occidente e ad oriente della città. Purtroppo, l’abusivismo edilizio ha sottratto allo studio intere porzioni delle antiche aree sepolcrali e l’attività degli scavatori clandestini ha provocato la dispersione di moltissimi oggetti nei mercati internazionali.
Anche per le necropoli vale quanto detto a proposito dell’abitato: esse infatti non risalgono ai primi anni di vita della città, ma a fasi più tarde.
Della necropoli occidentale (contrada Sant’Alfio) sono state riportate alla luce diverse tombe, databili sulla base dei corredi funebri fra la fine del IV e il III sec. a.C. Accanto a sepolture “a fossa”, si sono ritrovate numerose deposizioni “a cappuccina”. Tra i corredi funebri ricordiamo quello preveniente dalla tomba di una donna, che presentava, fra i vasi per la toletta, una piccola pisside contenente un ago da cucito in bronzo.
La necropoli orientale, sebbene sia stata già oggetto di ricerche da parte di appassionati di antichità ottocenteschi, è al momento meno conosciuta. Di recente si sono aggiunti nuovi dati grazie allo scavo di una serie di tombe situate a poche centinaia di metri a sud del Municipio, databili fra la fine del IV al II sec.a.C. Anche qui le sepolture erano “a cappuccina” e a fossa. Fra gli oggetti recuperati vanno ricordati un vasetto a forma di ariete, probabilmente contenitore di unguenti profumati, e alcuni vasi a figure rosse di produzione siceliota.