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Storia Mineo
La Chiesa di Santa Agrippina: antichissima chiesa, fu ricostruita nel 1693, dopo il terremoto, sul precedente edificio medioevale, del quale conserva le tre absidi e la suggestiva cripta, meta di pellegrinaggio dei fedeli.
La Chiesa di San Pietro: ricostruita dopo il terremoto del 1693, ha una facciata barocca e presenta tre ordini architettonici, il primo è diviso in tre scomparti, con portale d'ingresso, finestre e colonne. All'interno della chiesa si conserva una pregevole statua lignea, il Cristo alla colonna, risalente al 1500.
La Chiesa di Santa Maria Maggiore: forse la prima chiesa edificata a Mineo; fu ricostruita nel '700 dall'architetto Antonio Caruso, nel luogo in cui sorgeva l'antico tempio pagano dedicato al dio Sole.
La facciata è ripartita in tre ordini, con celle campanarie nell'ultimo ordine.
All'interno segnaliamo una statua d'alabastro detta "Regina degli Angeli" e un lavabo marmoreo del Mazzolo risalente al XVI secolo.

Le numerose testimonianze archeologiche del riccihissimo territorio di Mineo comprendono tra l'altro i resti di almeno quattro città di età greca: Mineo stessa (l'antica cittàsicula "Menai"), Piano Casazze, Monte Catalfaro e Rocchicella-PALIKE' insieme a varie testimonianze comprese tra l'età palcolitica e l'età medioevale.

Biblioteche e Musei:

Museo Civico Luigi Capuana
Il Museo dedicato a Luigi Capuana (Mineo 1839 - Catania 1915; scrittore, commediografo, drammaturgo, critico letterario con l'hobby della fotografia), annesso alla Biblioteca, è ubicato nei locali del palazzo comunale, ex Accademia dei Gesuiti, che fino al 1767 fu centro di studi per i novizi di tale ordine in Sicilia.
In esso sono raccolti tutti i manoscritti, le opere a stampa, la biblioteca personale, mobili, cimeli, quadri e quant'altro appartenuto allo scrittore menenino.
A sottolineare l'eclettismo del Capuana va mensionato il suo incommensurabile amore per la fotografia, grazie al quale, oggi, si conservano preziose testimonianze della vita e della storia di Mineo e dei suoi abitanti verso la fine dell'Ottocento, nonchè foto rare, se non uniche, di Balzac, Verga, Zola, Pirandello, De Roberto, Cesareo, Musco.